«Il piano è fare trenta o quaranta concerti negli Stati Uniti durante l’anno delle elezioni presidenziali, e forse qualche data a Città del Messico»: è questa la bomba lanciata da Mr. Roger Waters durante un’intervista per l’edizione americana di Rolling Stone. Un tour – anticipa l’ex Pink Floyd – che farà tappa solamente in America: «Faremo il Canada, gli Stati Uniti e forse tre concerti in Messico. E basta. Non posso andare in giro per il mondo, non voglio. E non suonerò più all’aperto, così devo organizzare solo un tipo di spettacolo. Sarà qualcosa di nuovo, senza esclusione di colpi». Al centro del nuovo live la politica (e non potrebbe essere altrimenti): «Sarà ancora più politico, di US+THEM. Qualche ora fa, io e gli altri stavamo studiando la scaletta, ascoltavamo le canzoni da suonare».
«Ci siamo chiesti: come dovremmo chiamare questo tour? – ha continuato Waters – Non dovrei dirlo già adesso, ma non me ne frega un cazzo perché probabilmente cambierà tutto. Qualcuno l’ha già usato, lo so, ma si chiamerà This Is Not a Drill. Penso sia un buon titolo per uno show. Questa non è un’esercitazione. La classe dirigente ci sta uccidendo». Durante la lunga chiacchierata con il giornalista Kory Grow, Roger Waters ha raccontato anche di essersi recentemente incontrato con David Gilmour per parlare di un grande progetto: «Abbiamo parlato a giugno. Ci siamo incontrati per di un progetto a cui avevo pensato, ma purtroppo non ne è venuto fuori nulla».