Bentornato Dario, bentornata Sas. A distanza di quasi tre anni dall’album certificato platino che ha conquistato pubblico e critica, A casa tutto bene, Dario Brunori torna sulla scena con una canzone universale. Al di là dell’amore, prodotto da Taketo Gohara insieme allo stesso Dario alle Officine Meccaniche di Milano, mixato da Pino Pixada Pischetola e masterizzato da Giovanni Versari, è un canto etico, di speranza che, partendo da una riflessione sociale, si interroga sulla sempiterna contesa fra ciò che pensiamo sia bene e ciò che pensiamo sia male. Il ritorno di Dario segna una svolta anche dal punto di vista musicale: la batteria corposa e l’arpeggiatore in puro stile anni ottanta catapultano l’autore di Guardia ’82, su un pianeta diverso eppure, non appena inizia a cantare, riconosciamo, subitaneamente, il suo stile inconfondibile, tagliente, vero, spontaneo.
Il testo pare essere strutturato su più livelli: le strofe ci parlano con disincanto e amarezza di quello che pare essere uno spaccato della nostra società. Il ritornello, al contrario, è un canto alla speranza (“E vedrai che andrà bene, andrà tutto bene”). Il pezzo, in buona sostanza, è un continuo alternarsi di stati d’animo differenti in un continuo crescendo emotivo che esplode in quella preghiera laica finale (“Difendimi al di là dell’amore”). Il tentativo di sintetizzare, in quattro parole, un’etica intuitiva appannaggio di tutti, che prescinda dai torti e dalle ragioni, dalle ideologie, dai singoli punti di vista. Un comandamento d’amore espresso al di là dell’amore stesso. Insomma, il nuovo brano di Brunori Sas si appresta a divenire un nuovo grande classico del cantautore calabrese. Al di là del bene e dell’amore che gli si vuole, Dario conferma di essere in stato di grazia e, qualora non l’avessimo ancora capito, uno dei più grandi cantautori della nostra generazione.