Our Kid arriva sul palco con occhiali da sole e parka a quadrettoni, lo stesso con cui pochi giorni fa è salito sul Pyramid Stage del Glastonbury Festival di fronte a qualcosa come centocinquantamila spettatori. Come sempre asciutto, non esattamente empatico, ma con un carisma invidiabile ed una voce inconfondibile attacca con Rock & Roll Star (e la sudatissima ed iperaccalcata folla di fan non aspettava altro). In fondo al palco, del resto, campeggia l’ormai immancabile scritta “rock & roll” che Liam abbraccia e riabbraccia durante tutto il live. In scia arriva Morning Glory, un altro evergreen della band più uncorrect d’Inghilterra. D’altronde, quando hai fatto parte di una band come gli Oasis, implosa sotto il peso di una guerra fratricida, hai due scelte: quella di portare avanti il baluardo della tua storia oppure quella di cambiare del tutto direzione. Liam ha scelto la prima e porta sul palco una versione 2.0 degli Oasis, senza Noel, sì, ma comunque fedele all’originale. E gli riesce bene, dannatamente bene: è quello che vuole il suo pubblico ma è anche quello che vuole lui e proprio come allora si lascia andare a quel gioco di mosse e sguardi che tre decadi fa lo hanno reso l’uomo più influente del rock inglese anni novanta.
Wall of Glass, Greedy Soul, Bold, For What It’s Worth arrivano una dietro l’altra per poi lasciare spazio al riff alla T-Rex di Shockwave (settimo pezzo in scaletta). “It’s coming round like a shockwave”, canta Liam nel primo singolo estratto dal nuovo album in uscita il 20 settembre a cui seguirà un altro tour in giro per l’Europa che farà tappa in Italia in inverno per due date (il 15 febbraio al Palazzo dello Sport di Roma e il 16 al Mediolanum Forum di Milano). «C’è qualcuno di Manchester, il centro dell’Universo?», chiede a quelle che definisce più volte beautiful people. I settemila rispondono con “Liam! Liam!” che risuona nella piazza piemontese con una potenza degna di una finale tra il City e lo United. Perché si tolga gli occhiali da sole deve calare il buio che arriva su Columbia. Un’ora e mezza di live, diciasette brani in scaletta di cui ben dieci tratti dal repertorio dei cassici degli Oasis e il finale ne vede ben cinque di fila (Cigarettes & Alcohol, Wonderwall, Supersonic, Lyla e Champagne Supernova) che arrivano come fosse un antidoto alla nostalgia da Oasis. E funziona. Eccome se funziona.
SCALETTA LIAM GALLAGHER
1.Rock & Roll Star
2.Morning Glory
3.Wall of Glass
4.Greedy Soul
5.Bold
6.For What It’s Worth
7.Shockwave
8.Columbia
9.Slide Away
10.Roll With It
11.Universal Gleam
12.The River
13.Cigarettes & Alcohol
14.Wonderwall
ENCORE
15.Supersonic
16.Lyla
17.Champagne Supernova
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