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Nei container di Night Skinny c’è il talento di una nuova generazione

Chi sbaglia e non ci riprova, commette due volte lo stesso errore. Ed è per questo che Night Skinny continua ad essere rilevante nella scena. “Containers” è il nuovo disco che cerca di tornare alle origini con la nuova generazione

Cominciamo col dire che i rigori li sbaglia soltanto chi ha il coraggio di tirarli. E mettersi in gioco quasi ogni anno, sfidando tutte le possibili logiche e regole di mercato in unʼindustria così volatile come quella musicale, è un merito che Night Skinny si è guadagnato. Ancora di più se si tratta di producer album, apparentemente più semplici, ma in realtà molto più complessi visti i numerosi attori in gioco. Ancora di più se si tratta di un concept album, che vuole mantenere una coerenza stilistica per tutta la durata del disco. Ancora di più se, come Night Skinny, non si vuole fare solo un lavoro limitato alla musica ma si vuole spaziare con un progetto che abbraccia il design, con packaging, immagini e merchandising sempre innovativi. Quindi, a prescindere dai gusti personali, bisogna riconoscere il rispetto a chi crea musica con passione e dedizione. Due anni dopo lʼuscita di Botox, un disco che – numeri generati a parte – non è stato accolto con grande entusiasmo dai fan, Night Skinny torna sul mercato con un disco che già con titolo e copertina riesce a parlare da solo. Nessun caps lock di tendenza, un titolo grezzo come quelli dei suoi dischi precedenti, un teschio sfatto su un pattern mimetico: la presentazione urla “rap” da tutte le parti.

La tracklist, come è solito per i dischi di Skinny, sembra la convocazione in Nazionale per gli artisti. Tra senatori onnipresenti (Luchè, Guè, Noyz Narcos, Fabri Fibra) e nuove leve, in questo album sembrano mancare proprio le scommesse nascoste. Quei nomi che ti fanno dire “e questo chi è?ˮ. La interpretiamo come una scelta conservativa: stavolta non si può sbagliare. E invece, sono proprio i giovani che tirano le fila del disco, spesso facendo sfigurare anche i big. Kid Yugi, Papa V, Tony Boy, Nerissima Serpe e Artie 5ive: la nuova generazione è super in forma e non ha paura a dire la sua. La loro attitudine è il punto forte di Containers, che rappresenta perfettamente la loro fame artistica. La loro prestazione ha rubato lʼattenzione di tutti, muovendo i riflettori su di loro e facendo si che venissero oscurati i punti deboli del disco. Alcuni di questi coinvolgono i lavori con gli artisti di una categoria che ancora non abbiamo citato: i top player. Da loro ci si aspetta sempre il meglio, ma questa volta non è stato così. Ritornelli non perfetti, barre sconclusionate, a volte le strofe sembravano inserite quasi forzatamente nella traccia. Ma in un disco lungo diciotto tracce qualche sbavatura è accettabile. La hit è senza alcun dubbioTessera sanitaria, con Nerissima Serpe e Papa V. Un banger assurdo, grezzo al punto giusto, da pompare in loop in auto a tutto volume. Un pezzo che prepotentemente si candida a diventare un inno per le nuove generazioni.

Solo Dio sa, con Tony Boy, Anice, Geolier, Shiva, è il brano più longevo. Bel rap nelle strofe, ritornello che ha fatto centro: promosso. Lʼalternativa è invece Amore cieco con Madame. Come una rosa in un campo di guerra, inaspettato ed unico. Non te lo aspetti in un disco così, ma una tale canzone avrebbe fatto rumore praticamente in qualsiasi contesto. Non manca la traccia skippabile: Good Girl con Rkomi, Ernia e Bresh. Qui non ci siamo, si riesce e prendere davvero poco. Niente di ciò che ho ascoltato è al livello degli artisti che lʼhanno eseguito. Concludiamo con la traccia più rappresentativa: CNTNRS con Jake La Furia, Emis Killa, Kid Yugi, Tony Boy, Rasty Kilo, Guè, Paky, Nerissima Serpe, Papa V. Viva le posse track che uniscono vecchia e nuova scuola, ma soprattutto lʼorchestra di Skinny. Che figata il rap. Le basse aspettative date dal disco precedente probabilmente hanno giovato. Containers è un buon disco, non perfetto, ma che sicuramente può avere una buona longevità. Ci auguriamo che, oltre ad essere un ritorno al vecchio Skinny, sia la conferma che i giovani talenti che hanno firmato le loro strofe nel disco possono decollare presto.

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