Non è un comunicato, quello che segue, ma un manifesto – il nuovo manifesto di HEYJUDE MAGAZINE®. Consapevoli delle acque torbide in cui naviga la musica di largo consumo in Italia e nel Mondo, decisi a non volervi affogare, stipuliamo oggi con forza e coraggio un nuovo patto con i nostri lettori.
Non possiamo e non vogliamo più soffocare i pensieri critici che abbiamo maturato in merito a determinate dinamiche tossiche che ammalano la musica, perché crediamo nel contraddittorio come unica via che conduce al cambiamento. Vogliamo essere pro attivi, costruire, spalancare porte. Se non esistono porte, vogliamo costruirle noi. Non vogliamo in nessun caso demolire in modo preconcettuale e fideistico qualcosa o qualcuno, ma vogliamo piuttosto parlarvi di come vediamo la musica e lo faremo con un taglio ancor più personale. Non edulcoreremo, però, le nostre opinioni in merito a certa musica scadente che sta monopolizzando il mercato discografico, consapevoli del fatto che col tempo troveremo sempre più alleati tra le file dei colleghi e all’interno dei progetti che vorranno fare propria la nostra visione. La coesione, la comunione d’intenti e l’entusiasmo faranno la differenza.
Non nasconderemo più la nausea che ci provoca leggere epiteti ridicoli e blasfemi affiancati a prodotti musicali vuoti e senza anima. Se ogni disco è il disco dell’anno, se ogni live è il live dell’anno, dove è finita l’onestà intellettuale dei giornalisti italiani? Se la smania delle vanity metrics costruisce le nostre linee editoriali, come potremo diventare noi stessi? Ciò che muove le nostre coscienze prima e le nostre penne poi, è senz’altro l’amore per la musica di qualità, e poiché siamo certi che tra gli addetti ai lavori si riconosca tale qualità, ma consci nel contempo del fatto che determinati conflitti d’interesse annichiliscano un’azione necessaria da parte loro, sentiamo oggi più che mai la responsabilità di innescare la scintilla. Poiché HEYJUDE MAGAZINE® è un brand che dà voce a liberi pensatori – prima ancora che professionisti del Music Business – che non hanno paura di dire la propria, il primo passo lo faremo noi.
Amplificheremo la musica che vuole restare, che vuole fare rumore, che vuole scuotere gli animi e le coscienze. La musica che vuole inibire l’impianto discriminatorio e violento di cui è pregno il tessuto sociale. Non staremo a guardare. Non saremo dalla parte sbagliata della barricata. Noi vogliamo essere dalla parte giusta della storia.