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“1899” di Baran Bo Odar non vuole essere il doppelgänger di “Dark”

Dopo “Dark”, Baran bo Odar e Jantje Friese, tornano su Netflix con una nuova serie tv “1899”, con protagonista Andreas Pietschmann.

Una delle prime nozioni che abbiamo appreso a scuola, è la proprietà commutativa, la quale ci spiega che cambiando gli ordini dei fattori in un’operazione, il risultato non cambia. L’universalità di questo assunto gli permette di essere presente in tanti aspetti della nostra vita ed ha una perfetta applicazione anche nel mondo delle serie tv, aiutandoci a capire le radici del successo di determinati prodotti seriali, uno dei quali è sicuramente 1899, l’ultimo prodotto di casa Netflix. Gli autori dietro a questo nuovo capolavoro della library della piattaforma americana sono Baran Bo Odar e Jantje Friese, noti al fandom seriale per essere stati le menti folli che hanno partorito il thriller psicologico/fantascientifico Dark, una delle serie più viste al mondo del 2017, ottenendo anche il titolo di Miglior serie originale Netflix, battendo un altro colosso come Black Mirror. Anche in questa occasione Odar e Friese, mettendo in scena dei principi narrativi e strutturali simili a quelli che abbiamo ammirato in Dark, creano una creatura complessa, la cui nascita e affermazione richiede, pazienza e attenzione per essere compresa ed apprezzata. 

https://www.youtube.com/watch?v=DpJsmKhp9yo&ab_channel=NetflixItalia

Fedele al proprio titolo, il mondo narrativo in 1899 è ambientato nel medesimo periodo storico, dove una delle più grandi navi d’imbarcazione americana, il Kerberos, naviga nelle immense acque dell’Oceano Atlantico, guidata dal capitano tedesco Eyk Larsen, interpretato da Andreas Pietschmann, il Jonas del futuro in Dark. Egli verrà attirato da anomali messaggi inviati sul proprio telegrafo, che indica delle coordinate , 44.57 e 59.60, le quali a suo parere indicano la posizione della nave Prometheus, scomparsa circa quattro mesi fa e su cui potrebbero esserci dei superstiti tra i passeggeri a bordo. Intenzionato a scoprire cosa sia realmente accaduto su quella nave, inverte la rotta e si dirige sul posto, contrariamente al volere dei passeggeri, su tutti il medico britannico Maura Franklin (Emily Beecham) dando il via ad una spirale d’eventi che sconvolgeranno i passeggeri e lo spettatore, catapultato in un fitto groviglio di misteri e segreti che si celano dietro i personaggi e membri della spedizione, la cui storia ci viene narrata tramite flashback all’inizio della puntata.

Come detto in apertura, gli autori della serie ripropongono alcune tematiche già viste nella loro precedente opera, senza che tale scelta risulti però ridondante dal punto di vista narrativo, come l’importanza dei simboli, che qui risulta essere rappresenta dal triangolo, presente in diverse forme e comunicante il concetto della ciclicità del tempo. Altresì viene evidenziata la sottile linea tra finto e reale, la quale mistifica ogni concetto di verità circa la reale identità di ciascuna coppia di migranti della nave Kerberos. È opportuno inoltre notare la scelta stilistica degli autori di 1899 nel mettere in risalto l’elemento della diversità linguistica, in quanto a bordo della nave ci sono diversi personaggi appartenenti a culture differenti, sia per nazionalità che per estrazione sociale. Questa potrebbe essere stata una scelta da parte di Odar e Friese per emanciparsi stilisticamente da Dark, non privilegiando esclusivamente la lingua madre e dando un messaggio di universalità, specie quando si tratta di scappare dai demoni che infestano la propria esistenza.