Quella che voglio raccontarvi è la storia di un giovane ragazzo appena ventenne che, insieme ad un paio di amici, si mette in testa di voler fare un film horror con soltanto 350.000 dollari in tasca. Il ragazzo, originario del Michigan, affitta una catapecchia abbandonata dove per tre anni, grazie a metodi folli, effetti speciali ottenuti con crema di mais e sciroppo e telecamere sorrette da pezzi di legno, gira il suo film, chiamato La casa. Quel ragazzo si chiama Sam Raimi, e quel film oggi è considerato da tutti un vero e proprio cult movie a basso budget, al quale si riconosce il pregio di aver creato uno stile orrorifico estremamente riconoscibile ed estremo, ma anche grottesco e divertente. Ma cosa sarebbe potuto succedere se in quel lontano 1979 Raimi avesse avuto un budget di 200 milioni di dollari? La risposta ha un nome: Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Stiamo davvero parlando dell’ultimo prodotto in casa Marvel, e la cosa incredibile sta nel fatto che non siamo qui per criticare questo film. Il nuovo capitolo di Doctor Strange è infatti un prodotto che può essere soprattutto elogiato, e il merito di ciò va proprio a Sam Raimi che ne ha curato la regia. Quando Raimi fu annunciato come regista, in molti si chiesero quanta libertà espressiva avrebbe avuto dalla Disney, accusata da sempre di settare tutti i suoi prodotti su uno standard ben preciso e un target principalmente infantile. Forse Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, è impazzito, o forse è un fan di Raimi e del suo stile, ma più probabilmente ha visto in questa unione la grande possibilità di fare qualcosa di speciale, e il risultato lo conferma. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è infatti un film cento per cento raimiano, dove la mano del regista è talmente evidente da risultare a tratti quasi autocelebrativa. Sembrerebbe un commento dispregiativo, ma come non si può essere felici nel vedere dei supereroi calati in una veste del tutto nuova?
Ci sono le streghe, i malefici, il sangue, lo splatter, gli zombie, i demoni e quella costante sensazione durante la visione di assistere ad un vero e proprio spettacolo horror. Sì, perché questo film, prima di essere un cinecomic è un horror, avendo al suo interno tutte le caratteristiche tipiche del genere, senza sottrarsi ad un paio di jumpscare niente male. Siamo sicuri che tanti genitori che accompagneranno i loro bambini al cinema non saranno affatto contenti di quello che i loro figli vedranno, ma per una volta permettetecelo, chi se ne importa. Probabilmente siamo di fronte ad uno dei migliori film che la Marvel abbia prodotto, totalmente dedicato a chi ama il cinema, poiché se non si conosce Raimi i tantissimi riferimenti non potranno essere colti e apprezzati, sminuendo l’opera all’ennesima banale avventura di tizi in calzamaglia che viaggiano nel tempo e sconfiggono mostri. Ma, per fortuna, oltre al blockbuster c’è di più.