Wes Anderson, uno dei registi più amati degli ultimi anni, compie la bellezza di 53 anni, metà dei quali passati dietro la macchina da presa. Per me parlare di lui equivale a sfondare una porta aperta: è senza dubbio uno dei miei registi preferiti, nonché autore di tantissimi miei confort movies. Allo stesso modo, scrivere questo articolo si rivelerà decisamente ostico, perché dovrò stilare una limitante classifica della sua filmografia: difficilissimo, quando sai solo chi mettere al primo e all’ultimo post. Vogliate perdonarmi, perciò, eventuali “eresie”.
10. Bottle Rocket – Un colpo da dilettanti
In fondo alla classifica troviamo il primo film di Wes Anderson: partendo da un soggetto che si è poi evoluto in cortometraggio, il regista è riuscito a portare Bottle Rocket sul grande schermo in versione estesa. Il suo stile non era ancora quello che conosciamo oggi, ma qualcuno ben più perspicace di noi posteri aveva già intuito il potenziale del regista.
9. Rushmore
Al nono posto, la seconda fatica di Wes Anderson, che a partire da questo film comincia a imboccare la strada che lo condurrà alla sua ben precisa e riconoscibile identità. Nel cast troviamo Bill Murray, che diventerà col tempo l’attore feticcio del cineasta.
8. Le avventure acquatiche di Steve Zissou
Uno dei film più celebri di Anderson, con l’appena citato Bill Murray protagonista, ma ciò nonostante uno di quelli che a me personalmente ha lasciato meno degli altri. Che la colpa sia del fatto che non sopporto il mare?
7. Moonrise Kingdom
Lo stesso discorso vale per Moonrise Kingdom, uno dei più amati del regista. A fargli guadagnare un gradino in più nella classifica è l’aura di innocente scansonatezza da cui è accompagnato il racconto che mette al centro la storia d’amore tra i due bambini protagonisti.
6. Grand Budapest Hotel
Il terreno battuto da Wes Anderson per questo film è quello che io preferisco: una serie di equivoci, fughe rocambolesche, complotti e personaggi assurdi che si alternano scena dopo scena, il tutto colorato con uno dei miei colori preferiti, il rosa. Ebbene sì: sono una persona debole.
5. Il treno per il Darjeeling
Gli elementi appena citati vengono totalmente amplificati in questo film, in cui Wes Anderson ci propone un elemento importante nella sua filmografia, ovvero la parabola famigliare. I rapporti, le dinamiche le antipatie, i detti ma soprattutto i non detti presenti in ogni nucleo da lui proposto mostra in maniera assurda e surreale diversi aspetti riconducibili alla realtà che ognuno di noi, insieme ai propri famigliari, avrà affrontato almeno una volta nella vita.
4. L’isola dei cani
Un cast stellare per questo film in stop-motion: le voci dei cani protagonisti appartengono infatti a Bryan Cranston, Scarlett Johansson e molti altri che si prestano a prendere parte alla narrazione di una storia distopica in cui viene messo in scena uno dei miei peggiori incubi: i cani vengono banditi dal mondo – e per questo sfiora per poco il podio. Lacrime assicurate in quello che non è affatto un film per bambini (come avranno pensato i genitori dei piccoli spettatori in sala con me alla proiezione).
3. The French Dispatch
Al terzo gradino del podio troviamo quella che è, a mio parere, la summa artistica di Wes Anderson, che in questo film è riuscito a inserire tutti gli elementi presenti da sempre nella sua filmografia, alternandoli sapientemente a diverse tecniche registiche e di messa in scena da far impallidire chiunque. Un cast corale fatto di eccellenze che accompagna una storia in cui chiunque spettatore con la passione della scrittura e del giornalismo sarà stato in grado di rivedersi.
2. Fantastic Mr. Fox
Il primo lungometraggio in stop-motion di Wes Anderson per poco non conquista la medaglia d’oro, ma si guadagna un bell’argento che non guasta mai. Da un soggetto di Roal Dahl – probabilmente uno degli autori i cui adattamenti su grande schermo sono sempre (o quasi) stati dei successi – e con un cast in cui troneggiano Meryl Streep e George Clooney, è il film di Wes Anderson che più di tutti celebra un altro elemento stilistico ricorrente: l’individualità, incarnata qui dalla fierezza degli animali e soprattutto della volpe. E anche un po’ di furbizia e ingegno, che nella vita non guastano mai.
1. I Tenenbaum
Come ho già scritto qualche posizione più su, sono una persona debole e prevedibile: al primo posto della classifica ho messo il mio film preferito. Merito della sceneggiatura brillante, dei personaggi assurdamente comuni, di vicende tanto paradossali quanto realistiche, della colonna sonora dissonante ma iconica, di costumi così macchiettistici da diventare dei veri e propri status symbol della moda e della cultura pop. Come direbbe Eli Cash, «ho sempre voluto essere un Tenenbaum».