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“Cyrano” e la follia di chi non l’ha candidato agli Oscar come Miglior film

Solo una candidatura agli Oscar, seriamente? Più che di Academy che asseconda il (fantomatico) politicamente corretto, ci sarebbe da discutere su quanto i premi Oscar ormai abbiano il valore simbolico di un soprammobile. A causare la mia indignazione – e immagino (spero) anche quella altrui – è stata la scelta di candidare al solo Oscar per i Migliori costumi Cyrano, il nuovo film di Joe Wright (Espiazione, L’ora più buia) che rimette in scena la celebre storia di Cyrano de Bergerac con un’importante modifica: il protagonista non ha il naso lungo ma è un nano, interpretato magnificamente da Peter Dinklage. Un cambio di rotta decisamente fondamentale nel mondo del cinema per come lo conosciamo oggi, considerata la mancanza sul grande schermo di storie che mettono al centro una disabilità e una diversità differente da quella comunemente accettata e “passabile”.

Wright infatti sceglie di non fare un racconto pietistico della condizione di Cyrano, ma dà al pubblico un personaggio che sarà difficile da dimenticare: tratteggiando le reminiscenze di Tyrion Lannister ma senza calcare la mano, Dinklage interpreta con maestria, sagacia ed estrema intensità questo personaggio complicato, dalle sfumature emotive e dell’animo totalmente sfaccettate. Il suo Cyrano è fiero ma anche consapevole della propria condizione fisica, e maschera la sofferenza che gli provoca con il sarcasmo e il cinismo: ciò contribuisce a renderlo umano e riconoscibile, per il pubblico è semplice immedesimarsi in lui e vivere le stesse emozioni con la medesima intensità. Wright non ci dice che la disabilità è qualcosa da ammirare, perché “poverino, soffre ma va avanti, è un esempio!”, ma ci mostra la normalità della condizione, e quindi anche la frustrazione che essa può causare. Il suo Cyrano de Bergerac convince perché è un personaggio realistico, seppur inserito in un contesto quasi fiabesco reso tale anche dalla scelta di realizzare un musical, un genere in Italia poco apprezzato ma che è l’unico in grado di rendere il film perfetto così com’è: ogni elemento scenico si inserisce e si incastra con l’altro perfettamente, come pezzi di un puzzle.

Le canzoni sembrano composte a misura dei loro interpreti (tra questi Rossana, l’amore segreto di Cyrano, interpretata da Haley Bennett) e risuonano limpide tra location e scenografie che danno l’impressione di essere uscite dal più bello dei sogni, dove risaltano le intense e profonde interpretazioni del cast, i cui membri sono in piena sintonia e affinità. I costumi sono solo un’aggiunta di colore che contribuisce a migliorare un quadro già perfetto in origine, in cui ogni dettaglio è un piccolo capolavoro a sé stante, e che perciò avrebbe meritato anche altri riconoscimenti. Se fosse esistito l’Oscar per la Migliore emozione, contro Cyrano di Joe Wright non ci sarebbe stata competizione.