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Tutte le stagioni di “Peaky Blinders” dalla peggiore alla migliore

“Peaky Blinders” è la perfetta declinazione di un tipico racconto gangster che è riuscito però a diventare alla moda in un tempo brevissimo.

Doppi tagli, coppole con al loro interno nascosti rasoi da barba, abiti eleganti, sigarette, cocaina, tanto whiskey mandato giù in un sol sorso e una frase che suona ormai come un inno generazionale, «By the order of the Peaky Fuckin’ Blinders!». Questi sono gli elementi più caratteristici di uno tra i prodotti seriali più amati e più in voga degli ultimi anni, Peaky Blinders. La serie prodotta da BBC è la perfetta declinazione di un tipico racconto gangster che è riuscito però a diventare alla moda in un tempo brevissimo, grazie ad un cast pieno zeppo di superstar, un mix perfetto di finzione e racconto storico e una colonna sonora pazzesca composta essenzialmente dai migliori pezzi indie rock di sempre. Una serie insomma che riprende tutto quell’immaginario british che ci fa sempre impazzire, calandolo però nei primi anni del Novecento e andando a seguire le vicende della famiglia criminale degli Shelby, capeggiata da Tommy (Cillian Murphy).

6. Quinta stagione

La penultima stagione è probabilmente la meno riuscita e la più difficile da apprezzare. Stiamo parlando sempre di episodi di grande livello, ma le problematiche della quinta stagione risiedono in un ritmo più lento del solito, a causa della trasformazione politica delle vicende e dei personaggi. Tommy non è più l’uomo che fronteggia i suoi rivali a colpi di pistola, ma un tassello fondamentale per la politica britannica che vede avvicinarsi la minaccia del Fascismo di Oswald Mosley (Sam Claflin). Inoltre il ritorno di un amato personaggio creduto morto non convince affatto, anzi, sa tanto di fanservice.

5. Terza stagione

In questa stagione la famiglia Shelby si ritrova immischiata in un affare economico con i russi e la Lega Economica, rappresentata dalla figura di un losco prete di nome John Hughes. Probabilmente le vicende e i dialoghi con i russi sono i più noiosi e fastidiosi di tutta la serie, e anche l’antagonista clericale non convince a pieno. Menzione d’onore però per il finale di stagione, quando inaspettatamente Tommy Shelby fa arrestare tutti i membri della sua famiglia per rimediare ai suoi errori.

4. Prima stagione

L’atto primo di Peaky Blinders getta le basi per la narrazione futura. Ci vengono presentati i vari membri della famiglia Shelby, come il geniale Tommy, il furioso Arthur (Paul Anderson) e la saggia zia Polly (Helen McCrory), ma anche il primo vero nemico della saga, il colonello Campbell, interpretato da un grande Sam Neill. Tutta la poetica della serie viene sviscerata e il modo in cui gli Shelby ottengono potere nella città di Birmingham è un perfetto biglietto da visita per la violenza e l’intelligenza che metteranno in atto nelle vicende successive.

3. Sesta stagione

L’atto finale di Peaky Blinders non è forse quello che in molti si aspettavano. I giovani criminali inglesi sono ormai uomini distrutti dalla violenza che hanno vissuto in passato e il loro futuro appare più che mai nebuloso. L’ultima stagione segue la scia della precedente, con un tono molto intimista e un tempo d’azione estremamente dilatato. Ma il risultato finale è una mistica esperienza all’interno della mente di Tommy Shelby, che mai come in questi ultimi episodi dimostra di essere il fulcro e il collante di tutta la storia.

2. Seconda stagione

La seconda stagione di Peaky Blinders meriterebbe la medaglia d’argento di questa classifica semplicemente per il personaggio di Alfie Solomons, il gangster ebreo interpretato da un fantastico Tom Hardy. In realtà questi sei episodi contengono molto di più. Gli Shelby affrontano le difficoltà derivanti dal potere e con continue lotte di sangue e tradimenti devono combattere su più fronti contro le bande rivali e la polizia. Il rapporto tra Tommy e l’amata Grace è perfetto, così come la vendetta di zia Polly nei confronti di Campbell, ma è il finale, con Tommy vicinissimo alla morte in un campo sperduto, ad essere il momento più incredibile di questa stagione.

1. Quarta stagione

La stagione migliore di Peaky Blinders è certamente la quarta. Il tema centrale di questi sei episodi è ancora di più la famiglia. Gli Shelby sono spaccati, confusi e ognuno vive la sua vita, ma un’altra famiglia, i Ciangretta, decisi a vendicarsi per i torti subiti nel passato, sconvolgono la loro quotidianità con un terribile assassinio. Il nuovo antagonista, Luca Ciangretta, interpretato magistralmente da Adrien Brody, è sicuramente il villain più violento e sanguinoso della serie, così come violenta è la faida che viene a crearsi tra le due famiglie, con uno scioglimento finale degno del miglior Martin Scorsese.