Come vi avevamo rivelato in un articolo precedente, il regista e musicista Rob Zombie è a lavoro sul suo nuovo film, The Munsters. Nel mentre, se lo seguite su Instagram, oltre ai consueti aggiornamenti sul film potete vederlo ricondividere foto e memorabilia del passato, come si confà a uno come lui, che tributando e rimaneggiando continuamente la tradizione horror ha saputo creare un nuovo personalissimo universo che si distingue da tutti gli altri presenti nel cinema dell’orrore. I suoi personaggi sono diventati iconici, e il continuo scavalcare i propri limiti con la macchina da presa e l’esplorare il rapporto tra cinematografia e musica lo ha reso ben presto uno dei registi del terzo millennio di cui non perdere neanche un film. Esplorando e contaminando, Rob Zombie è riuscito a creare ogni volta dei film che sono sempre diversi l’uno dall’altro, ma non per questo deludenti. Certo, come tutti ha i suoi limiti, eppure si esce dalla visione di un suo film mai delusi e sempre con qualche ottimo spunto di riflessione. Oggi il regista di Haverhill compie 57 anni, e noi lo celebriamo con una classifica dei suoi film mentre attendiamo trepidanti l’uscita del nuovo ma sempre delirante lavoro.
8. The Haunted World Of El Superbeasto
Il lungometraggio animato dedicato alle avventure del wrestler più politicamente scorretto di sempre è un trionfo dissacrante e non adatto al pubblico più sensibile e facilmente impressionabile. Superbeasto è un wrestler con il sogno della fama che vive in un mondo popolato da figure iconiche del cinema horror, ma è un completo inetto guidato esclusivamente dai propri istinti sessuali. Per fortuna, a salvare il mondo al posto suo c’è la sorella Suzi-X. The Haunted World Of El Superbeasto è un film sicuramente zombiano ma risulta più eccessivo degli altri, proprio perché con la scelta del cartone animato è stato possibile non porsi alcun freno. Forse è uno dei lavori di Rob Zombie più personali e autoreferenziali, non alla pari degli altri ma sicuramente valido, soprattutto se amate le citazioni.
7. Halloween II
Il secondo capitolo della duologia che tributa l’originale del 1978 di John Carpenter non convince come il primo, ma non possiamo non dare a Rob Zombie i giusti meriti: si nota in questo film una maggiore ricerca formale, una regia più autoriale e raffinata, soprattutto nelle scene in cui Sheri Moon Zombie, nei panni della defunta Deborah Myers, appare nelle allucinazioni di Michael. Queste scene dal forte impatto onirico, e il finale degno di un film di David Lynch, valgono tutto l’impianto filmico.
6. 3 From Hell
L’ultimo film realizzato da Rob Zombie, uscito nel 2019 (non in Italia), è il terzo capitolo della trilogia dedicata alla famiglia Firefly. Dopo 15 anni il regista torna sulle gesta del trio più iconico del cinema horror del XXI secolo, rendendo anche l’ultimo saluto a Sid Haig, iconico Capitano Spaulding, scomparso pochi mesi dopo la fine delle riprese. Il film non regge l’iconicità dei precedenti ma riesce comunque a chiudere degnamente la trilogia. Rob Zombie ha dichiarato di non voler tornare in un futuro prossimo sulle strade percorse dai Firefly ma al contempo, per citare il compianto Franco Califano, non esclude il ritorno: chissà se rivedremo mai Baby e Otis sul grande schermo.
5. Halloween – The Beginning
Questa rilettura di Halloween di Carpenter è la personale ricerca di Rob Zombie: egli infatti ha voluto andare a fondo la psiche di Michael Myers ed esplorare le motivazioni che lo hanno spinto a uccidere e a diventare il killer che tutti conosciamo. Questo film non è quindi un remake ma la genesi di un mostro, iniziata quando era bambino, e vuole trasmettere il messaggio che il Male ha sempre una ragione per manifestarsi. Non è mai facile realizzare un remake di un cult ed essere in grado di reggere il paragone, ma Rob Zombie è riuscito a creare un film originalissimo e godibile.
4. La casa del diavolo
Il secondo capitolo della trilogia dedicata ai Firefly li vede prima carnefici e poi vittime, e Rob Zombie è assolutamente in grado di spostare le priorità dello spettatore e far sì che riesca a entrare in empatia con questa famiglia di killer psicopatici. Le atmosfere sono cambiate rispetto al primo capitolo e la violenza è più adulta e plausibile. Un ottimo sequel che non lascia da parte nessun dettaglio e che rende viva e tangibile la presenza del Male nel mondo. Iconico il finale sulle note di Free Bird dei Lynyrd Skynyrd.
3. 31
In questo slasher Rob Zombie critica ferocemente il capitalismo servendosi della metafora del circo. A morire uno a uno per mano di clown assassini sono infatti dei circensi, rapiti e catapultati a Murder World, un’arena di gioco in cui devono sopravvivere per dodici ore per il divertimento di alcuni ricchi che, grazie al denaro, organizzano questa assurda competizione per soddisfare le proprie sadiche voglie. Nel film tuttavia ben presto si nota come assassini e vittime facciano parte di una stessa realtà in cui sono controllati dal potere e i capricci dei veri carnefici, e cioè i ricchi Signori tra cui spicca anche Malcolm McDowell. Da brividi il monologo di apertura di Richard Brake.
2. La casa dei 1000 corpi
Questo è il film con cui Rob Zombie si è fatto conoscere al mondo, ed è uno dei più iconici della sua filmografia e in generale del cinema horror degli ultimi vent’anni. Personaggi iconici, situazioni assurde e una regia allucinogena ci calano in un universo disturbante da cui non vorremmo più uscire. La colonna sonora, curata dal regista e con alcuni pezzi originali composti dallo stesso, è la ciliegina sulla torta di quello che, pur essendo un’opera prima, è un autentico masterpiece per tutti gli amanti dell’horror.
1. Le streghe di Salem
Sul primo gradino del podio sta Le streghe di Salem, il film più curato e manierista di Rob Zombie. Come protagonista assoluta troviamo Sheri Moon Zombie, alle prese con un’interpretazione davvero intensa e coinvolgente. Il film restituisce l’angoscia e il delirio in cui ella cade, il suo disfacimento fisico e psicologico che si riflette poi nelle sequenze che il regista costruisce. Neanche lo spettatore riesce più a distinguere la realtà dalle allucinazioni, ma per aver resistito fino alla fine viene ricompensato da quella che, a mio avviso, è una delle immagini più belle della storia del cinema: Sheri Moon Zombie che si erge al vertice di una montagna di corpi femminili nei panni di una Madonna satanica, in un’atmosfera che ricorda gli scatti di David LaChapelle. Un film dal finissimo sapore autoriale che non ha nulla da invidiare ai capolavori del genere.