Il 2021 è stato un anno particolarmente prolifico per Ridley Scott; dopo la presentazione a Venezia, la distribuzione in sala e in streaming di The Last Duel, il regista britannico ritorna al cinema con un nuovo film tratto da una storia vera. Quella di Scott è una panoramica sulla famiglia Gucci a partire dall’incontro tra Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci fino all’omicidio di quest’ultimo nel 1995, del quale la stessa Reggiani fu la mandante, in un arco narrativo che ricopre quasi trent’anni di storia. House of Gucci mostra il quadro di una famiglia italiana nella quale conflitti famigliari, interessi personali, ambizioni si mescolano, senza fare sconti a nessuno.
Purtroppo, il film non fa sconti neanche al pubblico italiano, facendogli pesare una rappresentazione dell’italianità pacchiana, grossolana e a tratti stereotipata. Se a ciò si aggiunge anche l’allontanamento taciuto dalla realtà dei fatti, per dare spazio a una maggiore caratterizzazione dei personaggi, ciò che rimane è un’epopea familiare che fa l’occhiolino a Il padrino, richiamato anche dalla presenza di Al Pacino nei panni di Aldo Gucci, senza però riuscirci. Dell’epopea familiare di House of Gucci ciò che spicca maggiormente è la presenza degli attori principali, sopra a tutti Lady Gaga, che ha interpretato il ruolo di Patrizia Reggiani. L’interpretazione più che buona dell’attrice, così come quella di alcuni degli altri attori, evidenzia un altro dei pochi veri pregi del film: il trucco e i costumi, ma d’altronde con Gucci è difficile sbagliare. Se da una parte abbiamo l’esuberanza e la forza di Patrizia, dall’altra abbiamo la pacatezza e l’eleganza di Maurizio Gucci, interpretato da Adam Driver, anche lui in ottima forma. Chi invece non è in ottima forma sono Salma Hayek, decisamente asettica nella parte di Giuseppina Auriemma, e, soprattutto, Jared Leto nei panni patetici di Paolo Gucci, cugino di Maurizio.
Senza ombra di dubbio, le scenette con lo stra-camuffato Jared Leto sono le più fastidiose di tutto il film, nelle quali si manifesta la stereotipizzazione e il cattivo gusto con cui è stato concepito il film. Oltre a quello di Paolo, anche ad altri personaggi reali è stato stravolto il carattere per favorire la narrazione, come per Rodolfo Gucci, interpretato magnificamente da Jeremy Irons. Questa scelta non sarebbe un problema, se non fosse per le premesse che il film si è posto fin dall’inizio: non è né una visione realistica dei fatti né una loro libera interpretazione. Si trova in una posizione mezzana che non porta a nulla. Così come si trova nel mezzo il giudizio finale su House of Gucci, a conti fatti un’ottima vetrina dei prodotti Gucci, una buona prova attoriale per molte star hollywoodiane e una grande occasione persa per tutto il resto.