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Fred De Palma per la cultura del reggaeton in Italia, oltre ogni stagione

La spiaggia, il mare, le notti stellate, le lunghe giornate ed il caldo afoso. Tutto questo nella nostra mente viene riassunto in un’unica parola: estate. Ma le nostre orecchie cosa sentono riecheggiare nell’aria? Tra i vari suoni che ci accompagnano nella bella stagione, nel corso degli ultimi anni, si è affermato in particolare modo il reggaeton; genere musicale originario di Puerto Rico, poi influenzato dall’Hip-Hop, dalla musica latina e quella caraibica. Le sonorità reggaeton, durante il periodo estivo, diventano la colonna sonora della nostra quotidianità, in maniera inevitabile invadono ogni luogo pubblico fino a accomodarsi nelle nostre menti senza neanche accorgercene. A settembre però che succede? Dove finiscono le hit latine che tanto ci hanno fatto ballare? In Italia, generalmente, vanno in un lungo letargo fino al prossimo anno, nel quale dovranno competere con le nuove uscite e non tutte riescono a riconfermare la loro presenza nelle radio e nelle playlist. Nel resto del mondo, invece, la musica reggaeton è un sempreverde, a prescindere dalla stagione dell’anno, più o meno fredda che sia. Perché in Italia non si riesce a superare la barriera mentale secondo cui la musica latineggiante è solo una cosa estiva? Forse, potrebbe pensare qualcuno, è solo questione di tempo, ma il tempo da solo non basta, c’è bisogno che qualcuno prenda in mano la situazione per diffondere la cultura reggaeton nel nostro paese e creare una vera e propria scena italiana. Quel qualcuno è Fred De Palma, che con il suo nuovo disco, Unico, vuole dare, finalmente, lo spazio che merita al reggaeton. «Questo è il disco più coerente della mia carriera, che racconta meglio quello che voglio essere e comunicare, questo album è, secondo me, un punto di partenza di questo nuovo viaggio che sto intraprendendo, ma che spero sia condiviso anche da altri artisti. Questo album vorrei che buttasse le basi per una vera e propria scena reggaeton in Italia, cosi che questo genere possa crescere dopo questo disco».

Inizia con queste parole il racconto di Fred De Palma, prima di passare a spiegare cosa realmente bisogna fare per dare credibilità al reggaeton in Italia: «Questo disco è volutamente scritto bene, il reggaeton in Italia ha bisogno di sostanza per poter essere preso sul serio da tutti. L’ho scritto pensando di voler fare davvero qualcosa di nuovo, di arrivare alle persone raccontando le mie esperienze». La sostanza, il racconto di qualcosa di reale e vissuto, è senza ombra di dubbio uno degli elementi chiave per durare nel tempo e non perdersi nelle playlist che vengono aggiornate ad un ritmo ormai insostenibile. «Il disco attraversa vari stati d’animo e vari tipi di sound proprio per non cadere nel disco dell’estate. Il disco cerca di raccontare un qualcosa che può durare nel tempo. La maggior parte dei singoli reggaeton durano per tanto tempo, non arrivano subito primi in classifica per poi spariscono. I brani reggaeton che escono d’estate durano nel tempo perchè si legano a dei ricordi ed è per questo che uno tende a riascoltarli. Secondo me è un genere che ha una potenziale incredibile, perché non è un genere da one shot», Fred commenta così la struttura del suo progetto e il mio suggerimento sulla longevità delle hit estive latinoamericane o spagnole, poi prosegue con un suo parere, quasi romantico, sul reggaeton: «Io credo che il reggaeton abbia il potere di trasformare in una festa qualsiasi posto, in qualsiasi posto tu ti trovi, se c’è il reggeaton, cambia immediatamente la vibe che hai intorno. Allo stesso tempo credo che abbia un sound che ti permette anche di riflettere. Il reggeaton ha il potere di trasmettere positività per qualsiasi argomento si tratti, farti vedere la parte migliore di un problema».

Unico è un album con un sound che non è mai stato fatto in Italia: è nato a Miami, poi è cresciuto in Colombia per arrivare nel nostro Paese. Chiedo a Fred di raccontarci la sua esperienza in Colombia in compagnia di Bull Nene, l’autore che ha firmato molte delle hit di J Balvin e Maluma. «La mia esperienza in Colombia è stata assurda, era la prima volta che andavo in Colombia e sono partito con l’idea di imparare. Sono andato a lavorare con persone che questo genere l’hanno inventato, sono quelle che hanno portato la wave del reggaeton a livello mondiale, gli autori di Maluma, J Balvin. Mi sono detto di andare a prendere quello potevo per poi assimilare quello che ho imparato e renderlo personale una volta tornato” introduce Fred, passa poi ad un aneddoto che mostra quanto sia diversa la percezione della musica in America Latina: «Bull Nene, quando eravamo li, ha detto che aveva bisogno di ricaricarsi e ci ha portati in una foresta dove c’era una cascata, nella quale lui si è immerso dicendo che doveva prendere l’energia della terra. Questa cosa ti fa capire quanto loro credono nelle energie e nel farsi ispirare da quello che li circonda. Sono molto spirituali e hanno un modo diverso di fare musica». “Guarda dove sono/Il reggaeton mi ha salvato la vita/Quando mi sentivo solo mi ha insegnato ad essere unico”, queste le parole, nel intro del disco, con cui Fred De Palma introduce l’ascoltatore all’interno del suo viaggio. Gli chiedo come e quando è avvenuto questo salvataggio di cui parla e lui mi risponde in modo dettagliato: «Il momento più intenso per me è stato il momento peggiore della mia vita, quando non sentivo più lo stimolo di fare rap, di dimostrare che sapevo fare le rime».

«C’erano talmente tante cose – continua – che avevo fatto per tanto tempo che mi sembrava quasi di sprecare il mio talento per una cosa che avevo già fatto, quindi ero in un momento in cui sperimentavo cose diverse ed è in quel momento che ho mollato tutto il mio passato, il mio vecchio management, tutte le persone che lavoravano con me perché non capivano la direzione che volevo prendere con il reggaeton, dicevano che era una follia e che avrei buttato via tutti gli anni della mia carriera precedente. In quel momento di solitudine mi sono sentito unico ed ha anche il motivo per cui questo disco si chiama così». Federico ha reso veramente unico il suo album. Chiunque potrebbe pensare che per fare un disco reggaeton rilevante ci sia bisogno di parlare solo spagnolo, invitare i massimi esponenti del genere a livello internazionale. L’idea sarebbe anche buona, ma Fred De Palma ha chiaro che questo non avrebbe portato ad una rivoluzione ed un cambio delle regole del gioco: «La scelta di mettere tutti i featuring in italiano era proprio per far si che la gente possa ascoltare il reggaeton in italiano ed è per far capire questo viaggio qua», afferma con sicurezza. Al termine del nostro incontro ci soffermiamo a parlare di quanto i dischi siano importanti per creare una solida fanbase ed una carriera duratura. Fred annuisce e mi dice: «Hai ragione, credo che con le super hit non si costruiscano carriere, una canzone che fa 4 platini è una canzone di tutti, questo rende meno personale l’ascolto, mentre le canzoni che vengono ascoltate meno costruiscono una relazione con il fan perché conosce quel pezzo che non conoscono altri». Il reggaeton italiano ha motivo di esistere. Fred De Palma ha messo le basi per questa rivoluzione e ora aspettiamo che la cultura si diffonda secondo i comandamenti di Unico, fino ad avere una vera scena reggaeton italiana che non faccia più morire questo genere ogni inverno per poi tornare a sfruttarlo solo nel periodo estivo.