Partiamo dalle premesse: non serviva il Super Bowl per incoronare The Weeknd come Miglior performer in circolazione. D’altronde nell’ultimo anno l’ha dimostrato in più occasioni: agli MTV VMAa quando – in pieno lockdown – si è esibito sui tetti di una New York deserta, ma anche agli American Music Awards e agli iHeartRadio. Insomma, The Weeknd è un animale da palcoscenico, un performer che ricorda il miglior Michael Jackson, il Wittelsbach-Graff da 30 carati del pop internazionale. Durante l’Halftime Show il cantautore canadese ha proposto un greatest hits medley esplosivo, composto da Starboy, The Hills, Can’t Feel My Face, I Feel It Coming, Save Your Tears, Earned It e Blinding Lights, quest’ultima eseguita sul campo del Raymond James Stadium con migliaia di suoi cloni. I richiami al concept di After Hours sono stati molti – dallo skyline di Las Vegas agli effetti stroboscopici – anche se, come aveva promesso durante la conferenza stampa, la performance non è stata truce e cruenta quanto l’immaginario dell’album («Userò comunque la storia del disco, ma sarà uno spettacolo per le famiglie», aveva detto).