Ci sono album che mi fanno sentire come un’impiegata: li ascolto, li recensisco e me ne dimentico. Un po’ produci, consuma, crepa. Poi ci sono dischi, come Futuri possibili di Franco126, che mi ricordano perché ho deciso di fare questo lavoro. Scrivere di musica non significa semplicemente recensire un progetto, parlare di produzioni e collaborazioni, ma anche vestirsi con quelle canzoni, anche solo per un giorno. E questo nuovo album, arrivato a quattro anni da Multisala, mi ha ricordato la grande bellezza della musica: può dire tanto, al posto nostro. Dopotutto, quando vogliamo dire a qualcuno che lo amiamo spesso gli dedichiamo una canzone. O quando un rapporto finisce, nella nostra testa avremo sempre almeno un brano che ci ricorderà quella persona importante, che adesso non lo è più.
Usiamo la musica per raccontare noi stessi e, come un paio di scarpe, una maglietta o una giacca, anche le canzoni raccontano tanto di noi. Futuri possibili racconta chi è oggi Franco126: un cantautore in grado di spaziare tra i generi, senza confinarsi o rimanere legato a qualcosa che non gli appartiene più. Un artista capace di chiamare nel suo nuovo progetto colleghi che non troviamo così spesso negli altri lavori che siamo stati abituati ad ascoltare. Aprire Futuri possibili con Nottetempo, in collaborazione con Giorgio Poi potrebbe essere definito coraggioso, almeno finché non si ascolta la traccia, una delle più belle del disco e preludio di altre dodici tracce che non avrete nessuna voglia di skippare. Chiamare Ketama126 in un brano che sorprende, divertente, lontano da quello che ci aspetteremo, è non solo originale, ma è anche la dimostrazione che, a volte, dobbiamo un po’ lasciare andare gli artisti che abbiamo conosciuto in un modo per scoprirli in una veste diversa.
Futuri possibili racconta tanti scenari diversi, dai pensieri che ti tengono sveglio la notte agli amori che finiscono, ma per cui rimane sempre uno spiraglio, che ci ricorda che non tutto va come avevamo immaginato e che il destino, forse troppo spesso, si mette contro di noi. E allora che facciamo? Andiamo avanti a immaginare come poteva essere, e creiamo così infinite stanze cariche di pensieri, aspettative e sogni. Futuri possibili non è solo un disco ben scritto, con delle ottime produzioni (merito di un eccellente Golden Years e, per alcune tracce, di Wism) e con featuring giusti e ragionati, ma è anche quello spiraglio che lasciamo sempre aperto. Quello che ci dice che fuori ci sono infinite possibilità. E che la musica, in qualunque caso, sarà sempre lì, pronta ad accoglierci e a raccontare le nostre storie senza che noi diciamo una parola.