Che Jacques Audiard sia uno dei migliori autori europei del nuovo millennio è cosa ben nota tra gli addetti ai lavori. Basti pensare al suo straordinario trittico di noir (Sulle mie labbra, Tutti i battiti del mio cuore, Il profeta), passando per Dheepan – Una nuova vita, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2015, fino al capolavoro western I fratelli Sisters, il suo esordio in lingua inglese, giustamente premiato a Venezia. Con queste premesse, mi approccio a vedere Emilia Pérez con grande fiducia nel talento di questo straordinario cineasta francese. Ma cos’è Emilia Pérez? Immaginate una serie in stile Narcos, popolata però dai personaggi femminili di un film di Pedro Almodóvar, e animata dal ritmo di un musical. È questa la sorprendente alchimia che dà vita a Emilia Pérez. Non so se sia una coincidenza, ma è interessante notare come il musical stia vivendo una nuova stagione d’oro nel cinema mainstream. Pensiamo al controverso Joker: Folie à Deux di Todd Phillips o al più celebrato Wicked. La trama di Emilia Pérez ruota attorno a Rita, praticante in un grigio studio legale di Città del Messico, insoddisfatta e poco appagata.
La vita di Rita viene stravolta quando viene rapita dagli uomini di Manitas Del Monte, il più spietato narcotrafficante del Paese. Manitas le chiede un favore straordinario: inscenare la sua morte e procurargli un intervento di riassegnazione di genere, per diventare la persona che ha sempre sognato di essere: Emilia Pérez. Rita, inizialmente riluttante, accetta in cambio di un lauto compenso. Tuttavia, il passato bussa sempre alla porta, ed Emilia, che nel frattempo ha lasciato la sua famiglia in Svizzera, sente crescere il richiamo di casa. Nel frattempo, però, incombono segreti inconfessabili. Audiard dimostra ancora una volta la sua immensa cultura cinematografica, portando avanti una poetica che esplora continuamente il tema della transizione e del cambiamento. Dall’uomo di mala che sogna di diventare pianista (Tutti i battiti del mio cuore), al cowboy che vuole abbandonare la sua vita per tornare dalla madre (I fratelli Sisters), fino a Manitas che si trasforma in Emilia: ogni sua opera è un inno alla libertà. Con Emilia Pérez, Audiard ci regala una celebrazione della transizione di genere, senza mai perdere il suo tocco da maestro del crime. Il film è arricchito da quindici intermezzi musicali, coreografati in maniera straordinaria da Damien Jalet, con canzoni scritte da Camille e musiche firmate da Clément Ducol.
I momenti musicali rimarranno a lungo nella memoria degli spettatori, grazie all’equilibrio perfetto tra ritmo e narrazione. La forza di Emilia Pérez risiede anche nel suo cast, quasi interamente al femminile. Zoe Saldana interpreta una convincente Rita, mentre Selena Gomez presta sfumature enigmatiche al personaggio di Jessi. Adriana Paz brilla nei panni di Epifanía, ma la vera rivelazione è Karla Sofía Gascon, attrice transgender che dà vita al doppio ruolo di Manitas/Emilia con straordinaria intensità. Emilia Pérez ha già conquistato numerosi riconoscimenti. A Cannes ha ottenuto il premio della giuria e il premio per la migliore interpretazione femminile, assegnato all’intero cast. Ai Golden Globe ha dominato, vincendo quattro premi, tra cui miglior film commedia musicale e miglior canzone. Questi successi collocano Emilia Pérez tra i favoriti per la prossima Notte degli Oscar. Non resta che attendere con trepidazione, nella speranza che l’ottimo lavoro di Audiard continui a incantare e a ispirare.