dark mode light mode Search Menu
Search

John Lennon, il più grande di tutti

Non solo “Imagine”: a 44 anni esatti dal suo assassinio a New York, ecco dieci capolavori che ci fanno capire quanto senza John Lennon siamo tutti un po’ più soli

8 dicembre 1980, cinque proiettili partiti da una Charter Arms 38 colpiscono alle spalle un uomo, un neoquarantenne, di una certa fama: John Lennon. Icona della musica, personaggio controverso, ironico, impegnato, carismatico, eclettico. La sua personalità colpiva chiunque, richiamando a sé amore ed odio, proprio come successe a Mark David Chapman, il fan ossessionato che premeditò il suo omicidio, aspettandolo fuori l’albergo in cui alloggiava, dopo avergli chiesto un autografo qualche ora prima, porgendo il suo ultimo disco Double Fantasy. Ma chi era John Lennon? Ecco dieci canzoni che descrivono le sue mille sfaccettature.

(Just Like) Starting Over

Dopo una lunga assenza dalle scene, John preso dalla vita familiare al Dakota, o come alcune maldicenze raccontano, preso dalle droghe e da molteplici tradimenti, decide di tornare alla musica con l’album Double Fantasy. Ricominciare. È proprio così che esordisce: (Just Like) Starting Over è una ripresa entusiasmante, apre le porte ad un nuovo inizio, celebrando la vita familiare. Ma, a posteriori, considerando che questo sarà il suo ultimo disco, sembra quasi essere una chiusura in controtendenza all’esordio solista. Un percorso psicologico che parte da un lutto non superato (quello della madre in Mother) fino ad arrivare alla presa di coscienza delle gioie della vita familiare.

Mother

L’esordio solista del 1970 è segnato da questa struggente canzone che testimonia il trauma, ancora non superato del tutto, della perdita della madre Julia, una donna che John avrà modo di conoscere appieno e vivere solo in adolescenza. “Mother you had me/But I never had you”, la frase accompagnata dalle campane a lutto dell’intro raccontano quanto l’incidente improvviso di quella che John sentiva pian piano diventare sempre più sua madre abbia sconvolto la sua esistenza.

Mind Games

Tratta dall’omonimo album del 1973, è un inno alla scoperta del lato pacifista di John Lennon. Secondo i progetti iniziali, questo incredibile brano avrebbe dovuto chiamarsi Make Love, Not War proprio come il celebre slogan pacifista contro la guerra del Vietnam, contro cui Lennon espresse da sempre indignazione. È il perfetto seguito ad un altro brano dal profondo impegno sociale Give Peace a Chance, in cui i giochi della mente inducono tutti a compiere atti senza senso. Love is The Answer è il tema ricorrente, chiuso dal famoso slogan finale.

Instant Karma!

«Tutti parlano del karma al giorno d’oggi. Ma mi venne in mente che il karma è immediato così cime influenza la tua vita passata o la tua vita futura. Sono affascinato dalla pubblicità, come forma d’arte. Così l’idea del karma istantaneo era come quella del caffè istantaneo: presentare qualcosa in una forma nuova». Un’idea venuta una mattina, con un motivetto nella testa e parole ispirate da un discorso fatto la sera prima con amici. “We all shine on!”. Siamo tutti uguali, tutti possiamo splendere come la luna, le stelle ed il sole.

Isolation

Un senso di liberazione dopo l’esperienza con i Beatles che porta insicurezza, paranoie e paura. Isolation è l’urlo, lo sfogo per uscire da questo vortice di emozioni e sentimenti contrastanti e paralizzanti. Pianoforte e batteria, un sound essenziale che riesce a rendere al cento per cento lo stato d’animo di Lennon. “You’re just a human, a victim of the insane”.

Jealous Guy

Inizialmente con un altro titolo e testo, scartato dal White Album per lasciare il posto ad una canzone affine per significato, Mother Nature’s Son, Jealous Guy è il risultato di uno stravolgimento totale: dalla meditazione ed il legame con la natura, all’introspezione psicologica, al sentimento umano della gelosia. Lennon ne esce parte fragile e debole della coppia, alla ricerca di continue conferme da parte di Yoko. “I didn’t mean to hurt you/I’m sorry that I made you cry/I didn’t want to hurt you/I’m just a Jealous guy”. Una sincera ammissione.

Love

La canzone offre una perfetta definizione di cosa vuol dire amore per John. È reale, è quella serenità del sentirsi amati ma anche il bisogno di esserlo. Parole semplici che arrivano dritte al cuore. Lennon lascia scoprire la sua parte più dolce, quello di cui si occupava Paul McCartney ai tempi dei Beatles, attirandosi scherzi e battute da parte di Lennon. Effetto delle terapie a cui si affidò con Yoko ai tempi con lo psicoterapeuta Janov?

Woman

Un inno dedicato alla donna a cui sarà eternamente grato. Lennon, dal carattere complesso, dai comportamenti discutibili, ha un’immensa gratitudine verso Yoko, in grado di comprenderlo anche nei momenti più difficili. Riduttivo, però, leggere la canzone come una semplice dichiarazione d’amore nei confronti della sua compagna Yoko Ono. Woman è un inno al genere femminile, “l’altra metà del cielo” citata ad inizio brano. “My inner feelings and thankfulness for showing me the meaning of success”.

Working Class Hero

Chitarra acustica e voce. Un tema profondo, il racconto di un figlio della classe operaia. L’insensatezza dei condizionamenti sociali, il desiderio di superare questo ormai necessario conformarsi ad una certa classe della società. Brano diretto che nel 1970, data di uscita, diventerà ben presto un inno dei lavoratori.

Imagine

Il capolavoro. Uno sguardo sognante ad un mondo che può cambiare. L’essenzialità del pianoforte, così come quella del video, mira a far emergere il profondo senso del testo. L’inno per eccellenza che dipinge un mondo fatto di pace, amore e fratellanza.