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Solo Brad Pitt e George Clooney potevano salvare “Wolfs”

“Wolfs – Lupi solitari” diretto da Jon Watts è una action comedy che funziona, ma una cosa è certa: senza la straordinaria coppia Brad Pitt e George Clooney sarebbe un film mediocre

Tra le star più attese dell’81esima Mostra del cinema di Venezia c’erano senza alcun dubbio Brad Pitt e George Clooney, che hanno sfilato sul red carpet per presentare fuori concorso Wolfs – Lupi solitari, titolo diretto da Jon Watts (regista reduce dalla fortunata trilogia degli Spider-Man del MCU) e prodotto (oltre che interpretato) dai due divi hollywoodiani. Il film presenta una sinossi tanto semplice quanto trascurabile: un fixer (un risolutore di problemi alla Mr. Wolf di Pulp Fiction per intenderci) viene assunto per far sparire le tracce di un cadavere scomodo, ma quando sul posto si presenta anche un suo collega con lo stesso incarico, i due “lupi solitari” sono costretti a lavorare insieme, innescando una serie di eventi e peripezie tutte da ridere. Ecco, la cosa non trascurabile di Wolfs sono proprio le risate. Tante, genuine, inevitabili, come tutte le action comedy provano a fare, quasi sempre senza successo. Il film di Jon Watts invece riesce nell’impresa, vuoi per l’ottima costruzione delle gag, vuoi soprattutto per la caratura dei due attori protagonisti.

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In sala Darsena, subito dopo la proiezione, uno spettatore ha commentato: «lo stesso film senza Pitt e Clooney sarebbe mediocre. Con loro invece funziona alla grande». Nulla di più vero. Cerchiamo dunque di capire perché. Il primo motivo è tautologico, ma merita comunque una riflessione: lo stesso film senza Pitt e Clooney non sarebbe lo stesso film, dal momento che la coppia di star, oltre a recitare, si auto-produce. Wolfs prima ancora di essere un film con Pitt e Clooney è infatti un film di Pitt e Clooney, con tutti i corollari che questa differenza comporta. Il secondo motivo attiene invece alla storia anagrafica dei due divi, che superata la soglia dei sessant’anni decidono di giocare autoironicamente con gli acciacchi dell’età che avanza (sentono dolore alla schiena quando si piegano, alla milza quando corrono e non riescono a leggere senza occhiali), prendendosi gioco della prestanza fisica che ha contribuito a renderli grandi a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Con attori diversi, le stesse gag non funzionerebbero con la stessa efficacia. Il terzo motivo riguarda infine l’alchimia ultraventennale che lega le due star. A farle recitare insieme per la prima volta fu Steven Soderbergh nel 2001 con Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco. Da allora, oltre ai due ulteriori capitoli della trilogia degli Ocean’s, hanno condiviso il set per Confessioni di una mente pericolosa dello stesso Clooney, in Burn After Reading dei fratelli Coen e come doppiatori nel recentissimo IF – Gli amici immaginari di John Krasinski.

Una collaborazione professionale tramutatasi ben presto in amicizia, che consente ai due attori di divertire divertendosi (come testimoniano anche gli irresistibili siparietti nelle interviste e dietro le quinte). Mettendo per un attimo da parte gli aspetti riguardanti la brillante coppia di “prodattori”, occorre infine evidenziare l’efficacia della regia di Jon Watts, che si conferma ancora una volta in grado di bilanciare il dinamismo delle fasi action all’umorismo della narrazione (come dimostra ad esempio l’intelligente ricorso al ralenti in chiave comica). Insomma, nulla di particolarmente innovativo o rilevante dal punto di vista strettamente cinematografico (in fondo le pretese non sono queste e il film è stato presentato fuori concorso), eppure Wolfs risulta una action comedy che funziona a dovere e ha portato (oltre a due divi sul red carpet) anche la giusta dose di fracasso e leggerezza all’interno della Mostra.