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Tutti i brani di Sanremo 2024 dal peggiore al migliore

Tra il momento amarcord firmato Ricchi & Poveri e quello “boom, boom” di Rose Villain una cosa è certa: Mahmood gioca sempre un altro campionato

Sanremo 2024 si presenta come il più variegato a livello di generi, nonché il più numeroso della storia: con trenta artisti in gara, c’è bisogno di fare chiarezza. Andiamo a vedere le impressioni a caldo che ci hanno fatto i brani di questa edizione dell’evento musicale più seguito in Italia.

30. Ricchi & Poveri, Ma non tutta la vita

Un momento amarcord con tanto di citazione del loro più grande successo, ma siamo nel 2024.

29. Renga Nek, Pazzo di te

Due veterani del Festival che hanno unito le forze ormai da tempo. Per la prima volta si presentano in gara insieme con un brano che però non arriva come dovrebbe rimanendo un po’ anonimo.

28. La Sad, Autodistruttivo

Ci aspettavamo il punk e invece ci hanno regalato un’atmosfera ai Pinguini Tattici Nucleari, d’altronde l’autore del brano è Riccardo Zanotti, ma le voci graffianti e gli animi scatenati del trio non bastano per rendere omaggio a un tema delicato come quello raccontato nel testo. La loro esibizione sul palco non convince, fortunatamente la versione in studio è decisamente meglio.

27. The Kolors, Un ragazzo una ragazza

A quanto pare, il gruppo è pronto per l’estate, diventerà sicuramente il prossimo tormentone. Il pregio di essere un pezzo allegro ce l’ha tutto, sul testo non ci ragioniamo perché non c’è materiale per farlo – “Un ragazzo/Incontra una ragazza/Le labbra sulle labbra/Poi che succederà”: dobbiamo aggiungere altro?

26. Alessandra Amoroso, Fino a qui

Alessandra Amoroso ci racconta delle difficoltà di approcciare la vita e di viverla momento dopo momento, cercando di affrontare la cultura dell’odio che ormai dilaga ovunque. È una storia commovente, tuttavia non propone nulla di particolarmente nuovo. È una canzone delicata ma rimane insolitamente trattenuta, così come la sua voce nell’interpretazione.

25. Fred De Palma, Il cielo non ci vuole

Fred De Palma, il re indiscusso del reggaeton in Italia, gioca, soprattutto nella prima strofa, a fare Lazza. Il cielo non ci vuole, che esplora il tema di un amore travagliato che cerca di resistere a tutto, nonostante tutto e nonostante il cielo non lo voglia, funziona più nella versione in studio piuttosto che in quella proposta durante la prima serata del Festival. Siamo sicuri che funzionerà in radio.

24. Il Volo, Capolavoro

Il trio fa un passo avanti verso il pop più tradizionale, risultando meno liricheggiante del solito. Tuttavia, il loro tratto distintivo è proprio quello, quindi non ci si può aspettare niente che stavolga completamente il loro repertorio. Una cosa è certa: loro sono adattissimi per la tradizione e il contesto sanremese.

23. Clara, Diamanti grezzi

Da Mare fuori al Festival di Sanremo, potevamo farne a meno? A quanto pare no. Il pezzo si apre con un’orchestra d’archi per poi cadere su un ritornello ritmato. Voce delicata e piena, che un po’ ci ricorda quella di Mara Sattei. La produzione del brano è ottima: tutto sommato promossa, anche se un po’ grezza (come suggerisce il titolo). Ma la domanda sorge spontanea: perché la ragazza non ha portato in gara Ragazzi fuori (chi ha visto i primi sei episodi della nuova stagione di Mare fuori sa)?

22. Maninni, Spettacolare

Ci chiediamo perché con una voce così potente, alla sua giovane età, abbia scelto di rimanere così classico. Osare a volte è un dovere, noi siamo convinti che se lo avesse fatto avrebbe sbalordito tutti con un brano più iconico. Nonostante tutto, il pezzo potrebbe piacere perché ha un buon testo.

21. Annalisa, Sinceramente

Le aspettative erano alte, forse anche troppo, ma sono state un po’ deluse. Lei ha talento e presenza scenica, su questo non ci sono dubbi, ma sul brano ce ne sono eccome: a partire dal testo fino ad arrivare alla linea melodica. Sarà destinato lo stesso a diventare una hit? Probabile.

20. Mr.Rain, Due altalene

Dal classico uso dell’orchestra all’accenno di rap in alcune strofe, la traccia si evolve lentamente per poi aprirsi sul finale: nonostante il tema molto romantico (“Tu mi hai insegnato a ridere/Tu mi hai insegnato a piangere/L’ho imparato con te che certe volte un fiore cresce anche nelle lacrime”), non ci sembra niente di speciale. Tutto sommato, non pensiamo che riesca a replicare il successo ottenuto da Supereroi.

19. Irama, Tu no

L’intro propone un incontro tra la sua voce e un delicato violino che subentra subito dopo il pianoforte, per poi trasformarsi in un brano che ha lo stesso identico sapore di altri che ha pubblicato in passato. Irama rimane in un territorio già conquistato, senza proporre nessuna novità di rilievo che ci avrebbe fatto piacere ascoltare e che a dire il vero si sarebbe potuto tranquillamente permettere (ricordiamo La genesi del tuo colore di Sanremo 2021).

18. Sangiovanni, Finiscimi

Niente a che vedere con Farfalle, questa volta il brano prende ispirazione dalle note di Blanco (a tratti sembra di ascoltare l’artista di Notti in bianco). Non ci sembra avere qualcosa di innovativo, a partire dalla linea melodica, anche se tutto sommato funziona. La sua presenza si amalgama alla perfezione con il resto del cast.

17. Rose Villain, CLICK BOOM!

Rose Villain si presenta a Sanremo con un brano che ha due anime: una più classica e melodica (le strofe) e una più tamarra (il ritornello). Siamo sicuri che funzionerò in ottica TikTok, d’altronde, “Ricordo ancora il…/Suono click boom boom boom/Senti il mio cuore fa cosi boom boom boom” è già in loop nelle nostre teste.

16. Diodato, Ti muovi

Diodato è sempre se stesso, tecnicamente e vocalmente perfetto. Siamo sicuri che portare la propria autenticità su un palco come quello di Sanremo venga sempre apprezzata come scelta, ma la magia di Fai rumore non è facile da replicare. L’indiscutibile talento aveva bisogno di un brano che gli facesse onore, questa volta.

15. Emma, Apnea

È un pezzo che parla d’amore. Le melodie sono fresche e profumano di novità. Come sempre, Emma ci mette tutta la sua energia. La canzone va masticata, ma potrebbe funzionare perché in linea con la kermesse.

14. Alfa, Vai!

Alfa vuole soltanto ridere e volare come Icaro, non gli sembra vero di aver avuto una seconda possibilità dopo l’opportunità mancata dell’anno scorso. Un brano in cui musica e testo si sposano benissimo e comunicano esattamente quello che devono. A tratti ricorda un po’ troppo Ed Sheeran.

13. Ghali, Casa mia

Sul palco porta se stesso, con una vibe che sta a metà tra il funk e l’elettronica. Il brano è prodotto da Michelangelo (producer di Blanco) e presenta un groove ritmato, senza eccessi, ma che risulta comunque orecchiabile. L’impressione che abbiamo avuto è che non si sia sforzato di osare, anche se il testo merita e il ritornello entrerà di sicuro in testa.

12. BNKR44, Governo Punk

Quota boy band 2024. I BNKR44 hanno portato qualcosa che rispecchia la loro identità e che li mette a loro agio sul palco. L’esibizione viene anche farcita da una coreografia curata nei minimi dettagli, a partire da quelli estetici.

11. Santi Francesi, L’amore in bocca

Un po’ di sana elettronica mista a una timbrica moderna e un refrain che ricorda vagamente i Velvet. Indubbiamente, una bellissima voce per un’interpretazione convinta.

10. Geolier, I p’ me, tu p’ te

Geolier porta sul palco di Sanremo una Cenere 2.0 ma, va detto, meno d’impatto. Il beat è orecchiabile e il ritmo è incalzante. Bene, ma ci aspettavamo qualcosa di più vicino a Come vuoi e Chiagne con cui, siamo sicuri, si sarebbe preso il podio a mani basse.

9. Fiorella Mannoia, Mariposa

Una canzone dal ritmo vagamente gitano, per un’artista dalle immense capacità interpretative che questa volta canta un inno alla libertà della donna: sul palco riesce a dare vita alle parole come fossero parte di una poesia, da lei non potevamo aspettarci altrimenti: centrata in pieno.

8. BigMama, La rabbia non ti basta

Questa canzone possiede un testo che sfiora l’anima, nel quale si parla di bullismo e di sofferenze giovanili. Ritmo e voce si uniscono alla notevole attitude dell’artista. Da tenere d’occhio: ha del potenziale.

7. Negramaro, Ricominciamo tutto

Una ballata davvero potente, in pieno stile Giuliano Sangiorgi. Ci chiediamo se valga come plagio imitare se stessi e prendere spunto dalle proprie canzoni, ma sulla tecnica vocale e interpretativa di Giuliano non si discute. Brano dal sapore epic-rock che a tratti, nel ritornello, ricorda gli M83 di My Tears Are Becoming A Sea. Linea vocale fin troppo ambiziosa, comunque un pezzo di qualità.

6. Gazzelle, Tutto qui

La canzone si apre su un piano e voce, per poi introdurre la batteria nella seconda strofa e trovare una strada intima ma decisa sul finale. Nonostante le note molto classiche, è un brano degno per rappresentare l’itpop a Sanremo. Flavio, dai.

5. Loredana Berté, Pazza

Un po’ pazza e un po’ santa, Loredana è un grande mix di influenze musicali e culturali. Il coraggio non le manca e tutto sommato regge bene il palco. Questa volta decide di sposare il pop-rock vecchio stile, con un testo davvero intenso e intriso di significato. Alla sala stampa piace così tanto da assegnarle il primo posto della classifica della prima serata.

4. Il Tre, Fragili

La quota rap del 2024 arriva alla fine della prima serata. La canzone non è per niente male, la produzione ricorda a tratti i primi lavori di Mike Shinoda dei Linkin Park e l’esibizione è stata di tutto rispetto: promosso a pieni voti.

3. Dargen D’Amico, Onda alta

Ha affrontato un tema difficile cercando di semplificare tutto. Soltanto lui sa come ci è riuscito, ma non era affatto scontato e di questo gliene rendiamo conto. Pensiamo che gareggi soltanto con se stesso, ponendosi sempre nuovi obiettivi e sperimentando nello stile.

2. Angelina Mango, La noia

Un brano scritto da Madame (e diavolo se si sente). Volete sapere la verità? Le carte in regola per vincere ce le ha tutte, con i bookmaker dalla sua parte, ma non facciamo pronostici affrettati.

1. Mahmood, Tuta Gold

Lo vediamo finalmente con un nuovo look addosso, che suggerisce la necessità di un cambiamento. Tuta Gold funziona in ogni suo passaggio, affondando le radici nelle vibes arabeggianti di Soldi, il brano con cui ha vinto l’edizione 2019 di Sanremo. Una cosa va detta: Mahmood gioca sempre un campionato a se.