Tony Boy è tra i rapper con più occhi puntati addosso al momento. L’artista padovano è in attività fin da quando era ancora adolescente, ma negli ultimi dodici mesi qualcosa è scattato ed è passato dall’essere uno dei tanti, all’emergente più poliedrico della scena italiana. Lo scorso luglio, dopo tre dischi da indipendente, arriva il suo primo progetto in major: Umile. Un album che fa subito notare la capacità di Tony di far coesistere il mood più cupo ed uno stile più melodico e cantato. Le collaborazioni all’interno del progetto riassumono ulteriormente le varie sfumature che caratterizzano la sua musica, si passa da Kid Yugi a Shiva, Digital Astro e Nerissima Serpe per arrivare a Frah Quintale. Sono passati poco più di quattro mesi dall’uscita di Umile e nei minuti prima di sedermi a parlare con lui della deluxe ripenso a quando uscì il disco ed ero piacevolmente sorpreso di vedere quanto se ne parlasse ed il riconoscimento che questo ragazzo stesse ottenendo. Gli racconto che lo avevo notato già dal featuring con Jamil nel 2021 in Lockdown, per poi vederlo riapparire nei miei radar con DEM di Kid Yugi insieme ad Artie 5ive.
Partiamo dal titolo: “umile” in che senso?
Per me è banalmente essere educati con tutti, nonostante tutto bisogna cercare di rimanere fedeli al proprio carattere senza modificarlo per convenienza.
Come si traduce questo in musica?
Già di per se fare musica è una cosa così poco umile, in particolare nell’hip hop dove si può cadere nelle rime autoreferenziali, passando da momenti di autostima altissima a momenti opposti, però non c’è modo di fare musica umile. Essere umili è una cosa che rimane prettamente caratteriale, che poi si riflette nella mia musica, non è che mi alzo la mattina dicendo ora faccio musica super umile, però ho voluto dare questo titolo al disco perché è un mio modo di approcciarmi alla vita. Io sono così ed i dischi devono essere immortali, quindi era giusto immortalare questo mio modo di essere.
Un’altra cosa che non passa inosservata è l’identificarsi come GOAT, che a pensarci è proprio agli antipodi con la nozione di “umile”, nessuno ti ha mai criticato mai questa cosa. Come coesistono il Tony Boy umile con il Tony Boy GOAT?
Questa cosa nasce in zona con i miei amici, che sono i primi che ti ascoltano ed è cosi per ogni artista. Fin da piccoli io ero l’unico che faceva rap tra i miei amici, per loro sono sempre stato il GOAT, poi magari per il tipo di sound che è originale e qualcosa che faccio solo io potrebbe essere valido a livello italiano. Un fondo di verità ci dovrà pur essere, potrei essere uno dei più grandi di tutti i tempi ad aver portato determinate cose, ma non perché sono il migliore, semplicemente perché non c’erano prima.
Ti pesa questa etichetta?
In realtà ne sono contento, a volte manco ci pensi al significato, è diventato più un meme con gli amici ed alcuni colleghi e quindi poi ci abbiamo fatto la grafica e la capra è diventata parte del mio immaginario.
Hai un mood così unico che si fa fatica ad accostarti ad altri artisti, quali sono le tue influenze e da dove nasce la tua musica?
Ci sono molte influenze, determinati scenari che creano situazioni più dark o alcuni più modaioli. Può essere un Travis Scott, un Young Thug o Lil Baby o anche Gunna, poi a me piacciono anche gli artisti molto poliedrici tipo Drake. Artisti che riescono ad essere collante di più generi. È ovvio che alcune possono essere anche palesi, ma a me piace fare trap e il disco, per quanto sia melodico, è comunque trap.
Se dovessi pensare ai dischi rap che più hanno cambiato la vita di Tony Boy quali sarebbero?
Days Before Rodeo di Travis Scott, Barter 6 di Young Thug, What A Time to Be Alive di Future e Drake, Not All Heroes Wear Capes di Metro Boomin. Questi sono sicuramente quelli che più mi hanno influenzato ultimamente, ma poi mi ascolto ancora XDVR e Crack Musica.
Beh per noi che siamo della stessa generazione è difficile superare quei dischi, a distanza di anni continuano ad essere dei must per chi è cresciuto con il rap.
Sì assolutamente, io sono ancora molto attaccato a quel periodo.
Le droghe sono un elemento caratteristico dei tuoi testi, che rapporto hai con queste?
A me sembra giusto raccontare anche questo aspetto, le persone conoscono la realtà anche se spesso si cerca di tagliare fuori alcune cose. Io non parlo delle sostanze facendo celebrazione, ti racconto la semplice vita di un ragazzo e dovrebbe anche essere la normalità parlarne. Sono i pregiudizi a far ricadere tutto sulle droghe illegali, ma le droghe possono essere mille sostanze che comunque vai dal tabacchino e compri. Parlandone cerco di aiutare, non serve evitare gli argomenti scomodi, ma bisogna accettarli e rendersi conto della realtà in modo da affrontarla nel modo migliore.
Umile nella sua versione deluxe si arricchisce di cinque nuovi brani, con cinque mood differenti e senza nessun nuovo featuring. Sono tracce ex-novo o alcuni scarti della prima versione?
Io tengo particolarmente a tutti i brani che faccio, non ci sono mai scarti, come in questo caso, alcuni pezzi li avevo già, ma aspettavo il momento di farli uscire. Quando sento che sono sufficientemente maturi possono uscire.
Come Dentro la mia testa che era già stata spoilerata?
Quello è proprio per dare la possibilità alla gente di ascoltarla finalmente con mix e master, fatto nel modo giusto.
E la mancanza di featuring?
Sono cinque brani da solo perché avevo bisogno di dire qualcosa io senza includere nessuno, chi volevo davvero era già nella versione originale, questa è solo una virgola per me stesso, i featuring arriveranno.
Quindi ci sono novità in arrivo?
Molto presto uscirà un nuovo disco.