10. Kid Yugi che annuncia la chiusura della performance e rientra per fare “Massafghanistan” sulle note di “Vieni a ballare in Puglia”
Aprire un evento simile può far tremare le gambe a chiunque, nonostante a metà pomeriggio l’Ippodromo non fosse ancora pienamente gremito. Eppure Yugi tiene il palco, i presenti lo seguono e lui chiude il set tornando sul palco sulle note di Vieni a ballare in Puglia di Caparezza, prima di far saltare tutti con Massafghanistan. La nuova scuola pugliese che riconosce uno dei suoi artisti storici.
9. Nerone e Ensi: “We Are The Champions”
Altra apparizione a sorpresa, la Brava Gente si è giustamente presa gli applausi dell’Ippodromo. Perchè se c’è da festeggiare l’anniversario dell’hip-hop, non si può non invitare due pesi massimi della scena italiana, che col loro ultimo disco hanno rimesso il rap al centro del villaggio (parafrasando un allenatore francese). E visto che ad entrambi piace tanto il calcio, perchè non fare il proprio ingresso sulle note Mercuriane di We Are the Champions?
8. Dj Set: perché l’hip-hop non è solo rap
Per chi c’era sin dal post grandinata (che ha quasi rovinato la giornata a tutti), l’evento ha anche messo in mostra non solo il rap, ma la bravura nostrana lato djset. Prima TY1 e Zak ad omaggiare l’hip-hop, poi Miles in seconda battuta: due set diversi, in comune la stessa voglia di campionare, personalizzare, scandagliare perle del passato ed hit recenti, col risultato di far saltare tutto il pubblico presente.
7. Il cringe di Anna nei confronti della sua prima hit
Anna sta inanellando hit su hit, vi sfidiamo a non citare un suo pezzo che non abbia sbancato gli ascolti di Spotify o non abbia risuonato a manetta dagli impianti stereo delle spiagge italiane. Ma, come raccontato ieri dalla stessa artista ligure, c’è stata una presa di coscienza importante nei confronti di Bando, pezzo che l’ha fatta conoscere a tutti. Definendola quasi cringe, Anna ha un po’ preso le distanze da quel brano di un paio di anni fa: la maturità l’ha portata verso un altro tipo di percorso, con un occhio critico verso il passato.
6. Fabri Fibra ed i vent’anni di “Mr. Simpatia”
Se quest’anno l’hip-hop ha compiuto cinquant’anni, nel 2024 arriverà un’altra ricorrenza, da celebrare in pompa magna per gli appassionati italiani: vent’anni da Mr. Simpatia, uno dei primi dischi a catalizzare l’attenzione di una bella fetta di pubblico. Fibra ha riservato quasi metà del suo set a brani estratti da quel disco, ma anche da Tradimento, il pubblico fedele ha risposto presente, facendosi trovare preparato su (quasi) tutti i pezzi. Un’ora di brani serrata, senza pause, facendosi acclamare con cori da stadio ed alternando anche pezzi più recenti. Perché anche a quasi cinquant’anni, Fibra resta uno di quei mostri sacri intoccabili dietro al mic.
5. Tedua a sorpresa sul palco
È IL nome di cui si è parlato di più nel 2023: La Divina Commedia, nel bene e nel male, ha polarizzato tutto il settore. Ed è stato coerente vederlo sul palco ieri sera, tra la sorpresa della folla. Paradiso artificiale col feat di Kid Yugi, Hoe, l’omaggio a Marra stesso con l’ingresso su D.O.G.O. (“Da ragazzo ho letto Dante, l’inferno pazzo dietro ogni passo, ora rappo sulla techno per contrappasso”) e l’appuntamento per il concerto del Forum in autunno. L’artista genovese ci porterà in Paradiso per quella data, o resteremo relegati nel Purgatorio?
4. Salmo e Noyz: forse ci siamo
Che qualcosa bollisse in pentola era noto e stranoto, ma forse adesso ci siamo. La mina che hanno sganciato in prima serata, sulla base di Breathe dei Prodigy, ha fatto drizzare le antenne agli amanti del rap. Quasi quattro minuti di rime serrate, sputate in faccia agli 84.000 che gremivano l’arena. E poi Marra, apparso per la prima volta sul palco, anch’esso ad impreziosire questo inedito. Salmo e Noyz hanno un joint album in cantiere, forse quello di ieri sera è stato solo l’antipasto, servito in un ristorante stellato come il Marrageddon, di ciò che arriverà.
3. Ricambio generazionale? Forse, ma ancora no…
Quello che sta accadendo nella musica rap nel nostro paese possiamo paragonarlo alla situazione nel tennis degli ultimi anni: molti giovani rampanti che si fanno notare, e poi dei mostri sacri che ancora comandano il ranking (solo tre, Nadal, Federer e Djokovic, nel tennis, qualcuno in più nel rap nostrano). Ciò che abbiamo notato ieri è però una sinergia tra queste due generazioni: Kid Yugi, Artie 5ive, Tony Boy, anche Anna, nonostante frequenti il rap-game da più tempo, si stanno facendo apprezzare dai più, trovando riscontro in un pubblico molto eterogeneo. Restano però dei capisaldi, dei senatori, che anche dopo vent’anni di carriera sembrano intoccabili, inavvicinabili, vere e proprie icone. La masterclass cui abbiamo assistito è stata di livello assoluto: preghiamo il dio tempo che ci mantenga altissimo il livello dei vari Marra, Guè, Salmo, Fibra, Noyz e tutti gli altri. Amen.
2. “Santeria”: un classico del rap italiano
Erano sette anni, come confermato da Marra e Guè, che questo disco non veniva portato live dai due. Ma qualcuno se n’è accorto? Perché Santeria è un disco attualissimo per sound, per rime diventate iconiche, per la complicità che i due artisti milanesi hanno nella vita reale, trasportata poi su disco. Insta Lova è diventata virale su TikTok, giusto prima del Marrageddon: non è un caso, ma l’ennesima dimostrazione di quanto ci avessero visto lungo i due nel 2016.
1. Marra e la consacrazione dell’hip-hop
Se c’era una persona che avrebbe potuto realizzare tutto ciò, idealmente, non poteva che essere Fabio Rizzo. Marrageddon è l’apoteosi di questo genere, un tributo all’hip-hop, che nel 2023 compie cinquat’anni. E che in Italia è cresciuto, da genere di nicchia a fenomeno di massa, che monopolizza le classifiche e le radio. Era impensabile fino a pochi anni fa. È un grosso plauso lo dobbiamo a Marra, che col suo tempo ci ha consegnato non solo dei semplici album, ma capolavori destinati ad essere annoverati per sempre nell’Olimpo della musica. Tramite un percorso lungo, partito dal muretto in San Babila affianco a suo fratello Guè, passando per la Barona in groppa all’elefante, sino alla clamorosa ascesa degli ultimi anni. Ma c’è poco di clamoroso ed inaspettato, in un artista che ha sempre dimostrato maturità e varietà, azzardando e mai adagiandosi sui molti successi. E l’ennesima scommessa ci ha regalato la più grande festa hip-hop d’Italia, una celebrazione che speriamo avrà un seguito in futuro: 84.000 fedeli chiamati a gran voce ad inneggiare a dei fenomeni del genere.