Musica e cinema. Cinema e musica. Questi due mondi flirtano da sempre e si incrociano di continuo, dando vita ad una treccia destinata a perdurare verso l’infinito e oltre. E allora ecco che il titolo di un film horror di Mario Bava (I tre volti della paura, in inglese Black Sabbath) diventa il nome di una band in grado di piantare i semi del metal. D’altro canto, anche il cinema fa un passo verso la musica quando la trattazione di un film diventa la storia stessa di un musicista. È proprio di questa tipologia di prodotto – che in gergo tecnico chiamiamo biopic musicale – che oggi proviamo a stilare un elenco dei migliori in circolazione.
Elvis
Elvis di Baz Luhrmann è un film senza mezze misure, fortemente spinto agli estremi del cinema e della vita. Un tributo a una rockstar – riportata in vita da un Austin Butler che la ricorda moltissimo – come non ce ne sono più, ma che nonostante questo non cerca mai di nasconderne o negarne il lato umano. Anche perché non c’è niente di più rock di un musicista alle prese con i suoi demoni e le sue cicatrici.
Bohemian Rhapsody
Nonostante i problemi di ritmo che il film ha – specialmente nella parte centrale e che sono sicuramente figli di quella lavorazione sofferta e complicata – Bohemian Rahpsody, grazie alla magia delle canzoni dei Queen, riesce a riempire la durata considerevole senza mai annoiare o a togliere curiosità. E se i fan più accaniti riusciranno a perdonare un Rami Malek che non può essere perfetto e parecchie licenze artistiche dello script, anche loro potranno lasciarsi trasportare da un film che tra le intenzioni primarie ha avuto quello di rendere omaggio a un performer di inarrivabile talento.
Quando l’amore brucia l’anima – Walk The Line
Quando l’amore brucia l’anima – Walk The Line di James Mangold sui primi anni di carriera di Johnny Cash è un prodotto eccellente in cui un Joaquin Phoenix in stato di grazia dà prova di essere, oltre che un interprete sorprendente, anche una buona ugola quando si cimenta nel repertorio del più grande country man della storia della musica. Per questo questa struggente storia, per i motivi suddetti, e per altri cento che scoprirete solo vedendolo (qualora non l’abbiate già fatto) entra di diritto nell’elenco delle migliori interpretazioni dell’attore di San Juan.
Fabrizio De André – Principe libero
“Principe” e “libero”, due parole che, accostate, raccontano molto bene De André (Luca Marinelli): il magnetismo e il naturale distacco di un principe, sempre pronto a raccogliere e ad appassionarsi alle storie dei diversi, degli ultimi, dei diseredati, e a farne parabola, canzone, preghiera; la ricerca della libertà e il racconto di un viaggio fatto in direzione ostinata e contraria, per usare i versi di una sua canzone, che lo hanno reso il testimone e il cantore dell’uomo e della sua divina imperfezione, promuovendone valori come la tolleranza, il perdono, la comprensione, il rispetto, l’amore. Una produzione italiana che sicuramente vale la pena di essere recuperata.
The Doors
Tra i biopic musicali più odiati dai fan, The Doors è in realtà un prodotto ben fatto. A chi lo accusa di aver distorto la realtà dei fatti, il regista Oliver Stone risponde che si sbaglia. Fatto sta che il biopic pubblicato in occasione del ventesimo anniversario della morte di Sua Maestà Jim Morrison è stato aspramente criticato non solo dai fan, ma anche dagli stessi componenti della band di Venice Beach, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore.
Nico, 1988
Gli ultima anni di Nico, quelli dell’ombra e della decadenza, raccontati dall’italianissima Susanna Nicchiarelli. L’ex musa di Andy Warhol e cantante dei Velvet Underground ormai invecchiata e privata della sua bellezza, si reinventa come solista, avventurandosi nel suo ultimo tour in giro per l’Europa, cercando di trovare un senso alla propria vita. Azzeccati gli ambienti, gli attori (Trine Dyrholm nei panni di Nico e John Gordon Sinclair nei panni di Richard) e gli ambienti.
Rocketman
Il biopic su Elton John è più musical che musicale, ma anche chi non fosse propriamente fan del genere non avrà alcuna difficoltà nel calarsi nella dimensione. È un po’ l’aura del personaggio che ne permette l’accettazione e la verosimiglianza. Per cui se solitamente avvertite un senso di disagio calati in quel clima surreale in cui dalle parole si passa al canto, in questo specifico caso il tutto viene percepito con naturalezza, una maniera spontanea di visualizzare una situazione non possibile nella realtà di tutti i giorni. Il film inizia e finisce con Elton John nella clinica che gli permetterà di recuperare la sobrietà e riprendere le redini della propria vita. Tutto passando alle difficoltà e alla profonda solitudine interiore dovuta alla propria omosessualità, da nascondere, difficile da accettare, internamente ed esternamente.
Sid & Nancy
Un racconto ravvicinato e personale della relazione tumultuosa e burrascosa tra Sid Vicious (bassista dei Sex Pistols) e Nancy Spungen e di come questa è finita nella stanza 100 del Chelsea Hotel. Un biopic diventato cult, un cult diventato il ritratto definitivo di una delle rockstar più amate – e odiate nello stesso tempo – della storia del punk inglese. Consigliato? Certamente sì.
Control
Il genio del videoclip Anton Corbijn dirige questo biopic su uno dei suoi miti: Ian Curtis. Il film racconta la vita del leader dei Joy Division (interpretato magistralmente da Sam Riley): gli album con la band, i concerti, il rapporto con gli altri membri della band, ma anche la vita extramatrimoniale e sentimentale, così come i problemi di epilessia di cui Curtis soffriva in modo grave, suggerendo che anche questa abbia contribuito al suo suicidio, avvenuto alla vigilia del primo tour negli Stati Uniti della band.
The Dirt: Mötley Crüe
Con The Dirt Jeff Tremaine (sì, quello di Jackass) ha voluto raccontare senza filtri la storia della band heavy metal più scorretta della storia, concentrandosi sul periodo più travagliato del gruppo, quello che ha seguito l’uscita di Girls, Girls, Girls. Dentro c’è tutto: l’infanzia difficile di Nikki Sixx (interpretato da Douglas Booth) a Seattle, l’incontro dei quattro a Los Angeles, il primo contratto discografico con l’Elektra Records, il tour con Ozzy Osbourne, il sesso, la droga (tanta droga), il rock & roll e ovviamente l’overdose quasi fatale di Sixx. E se non vi abbiamo ancora convinto, non vi resta che sapere che il film vanta la presenza di Machine Gun Kelly nei panni di Tommy Lee.