L’avvento di Venerus sulla scena musicale italiana è avvenuto in maniera repentina, inaspettata, e dopo di lui nulla è stato più come prima. Con Magica Musica, risalente ormai a più di due anni fa, si è collocato sulla bocca di tutti, emergendo come uno degli artisti più interessanti da seguire da lì agli anni a venire. L’esordio fu scintillante: sedici brani, tantissime sperimentazioni a livello sonoro, ma anche di generi (come non dimenticarci l’omaggio lisergico ai Beatles di Lucy, o la delicatissima Namastè) che lo hanno portato in giro a suonare in Italia ed in tutta Europa, col pianoforte come fido compagno di viaggio. Chiuso quel capitolo è arrivato però il momento di aprirne un altro: Il segreto è un disco più intimo, meno corposo ma con ciò non meno sentito. Un album fuori da ogni logica di mercato, che solo Asian Fake poteva pensare di pubblicare: no feat, solo Venerus ed un gruppo di amici, prodotto dal fidato Filippo Cimatti, per una trentina di minuti di ottima musica tutta da ascoltare. «L’approccio a questo secondo disco è stato più old school, forse avremmo potuto suonare in maniera essenziale, come si faceva un tempo. Il disco non può essere una versione sublimata delle canzoni, dove tutto è perfetto e non si capisce cosa è registrato, cosa è campionato».
Andrea mi accoglie nel suo studio/factory, in una zona molto tranquilla di Milano, lontano dal caos del traffico e dei luoghi super inflazionati. Qui è dove è stato generato il disco, all’interno di un loft che è parte attiva e vitale dell’album stesso. Sì, perché ci troviamo affianco alla stazione di Bovisa, ed in qualche traccia potrete sentire anche i treni che transitano qui vicino. Non è un errore, è tutto voluto e cercato. «Questa mentalità ha sbloccato un livello più alto della musica che abbiamo fatto, soprattutto inerente alla parte umana del fare musica. Una volta che tu decidi di registrare i brani con la band, in presa diretta, senza metronomo, si scavalcano tutta una serie di passaggi artificiosi ed artificiali. Alcuni di questi implicano una de-umanizzazione del processo, e ciò che resta è una fotografia in movimento di quello che è successo mentre registravamo, si sentono addirittura i treni che passano fuori dallo studio». Se in Magica Musica veniva scandagliato e sezionato il rapporto tra l’uomo e tutto ciò che lo circonda, in un mix sapientemente orchestrato dall’amico/sciamano Mace, il core di questo nuovo disco non può che essere il rapporto con le persone. Viviamo in un Mondo che tende sempre di più ad isolarci, a tenerci tutto per noi stessi, senza condividerlo realmente (se non esclusivamente sui social). Ecco, Venerus ha scelto di circondarsi degli amici più fidati per pensare e scrivere il disco – alcuni passaggi sono scritti a quattro mani con lo stesso Cimatti, mentre la prima traccia, Istruzioni, vede la collaborazione di Andrea Cleopatria.
«Ho fatto questo disco coi miei migliori amici, sono stati fondamentali. Il processo creativo è iniziato a gennaio, ma finché stavo qua da solo non riuscivo a scrivere, ero in stallo: invitando i miei amici è iniziata la magia, e questo progetto vive molto in una dimensione di condivisione. Tutto è stato registrato in due giorni, non c’è stata dispersione nel tempo. Uno dei segreti di questo disco è che non è perfetto, è molto umano: non c’è metronomo, accelera, rallenta, si ferma. È anche uno dei modi di come io ed i miei amici concepiamo la musica: musica per persone fatta da persone, a tutti gli effetti. Che poi è la ricetta di tutti i dischi che amo e che ho amato nella mia vita». Il cambiamento arrivato col nuovo album è stato anche il concepire i testi: prima, mi dice Andrea, lo vedevo come una cosa faticosa, stressante. Grazie a Filippo, che gli ha ricordato il lato divertente e senza pensieri dello scrivere, ha ribaltato totalmente il suo approccio. Istruzioni ad esempio, brano con cui si apre Il segreto, è un esperimento divertente nato da un’idea di Cleopatria: pensate se, mentre vi state iniziando a frequentare con una persona, potessimo darle le istruzioni su come stare con noi, su come siamo. Anche Il mio cane è un brano che non si prende troppo sul serio, fantasticando di vivere un rapporto d’amore come quello col proprio cane, potendo godere di un affetto assolutamente incondizionato.
Non mancano però episodi meno allegri. Pensieri in musica è un flusso di coscienza, brano che ha dato idealmente vita al disco intero, la cui melodia è stata pensata dal batterista del disco, Elia Pastori. «Eravamo qui a giugno, stavamo jammando, ed Elia si è messo a canticchiare questa melodia, che poi io ho salvato sul cellulare. Tornando a casa quella sera la riascoltavo, sentivo che mi aveva colpito ma era impossibile spiegare il perché, come se ci fosse dietro un segreto – che all’inizio doveva essere anche il titolo del pezzo in questione. Ma non volevo catalizzare così tanto l’attenzione su quel brano, che ha anche dei contenuti un po’ diversi dal resto. Il testo non parla di nessuno in particolare, sono situazioni che esistono, è un pretesto narrativo per descrivere una vulnerabilità, che però non sempre sfocia in qualcosa di positivo». Il segreto nasce come un disco fatto per restare, anacronistico da un certo punto di vista, ma col fine ultimo che rimarrà nel tempo. «Quando tra trent’anni lo riascoltereremo, io, Filippo o Andrea, chi ha partecipato alla realizzazione di questo album, saremo felici. Felici perché rivivremo dei momenti che solo noi abbiamo vissuto, anche semplicemente ascoltando, magari ricollegandoci al suono del treno che passa».