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I Depeche Mode segreti

Lo sapevate che il titolo di “Miles Away” fu modificato poco prima del suo rilascio per “colpa” di Madonna?

Se si gira un po’ online è possibile trovare in vendita su qualche sito una copia vintage molto suggestiva di una rivista francese che trattava di moda. La prima che mi è saltata all’occhio risale all’agosto novantacinque e ritrae una giovane modella con un costume bianco e una camicia trasparente rosa shocking svolazzante. Si tratta del numero novanta e ha uno stile grafico che racconta perfettamente il trend visivo di quegli anni. Sopra la testa di questa ragazza bionda dai lineamenti gentili, campeggia una scritta gialla, corsiva, in grassetto condensato che recita “Depeche Mode”. Oggi tutti diremmo: come la band di Dave Gahan, ma – essendo stata proprio questa rivista a suggerire il nome della band britannica – è probabile che in quel lontano 1980, a Basildon e dintorni, qualcuno dopo la presentazione della band in qualche pub, abbia detto, a ragione: “Come le rivista francese di moda”. Questa band ha segnato la storia della musica a suon di contaminazioni electro, grazie ad arpeggiatori e modulari analogici, ma anche grazie ad un groove fatto di chitarre elettriche dal sound post punk e wave, ma anche bassi profondissimi e pattern di batteria incalzanti. Questo e molto altro (come ad esempio la cura per l’immagine e il look in generale) sono senz’altro frutto di una necessità impellente di sperimentare, indagare, rielaborare. Ma i Depeche Mode sono anche la somma di storie bizzarre e aneddoti degni del più fantascientifico dei romanzi. Ecco una raccolta dei più suggestivi.

Il sex appeal di Dave Gahan

Pare che Dave, quando fu reclutato dalla band, fosse convinto (seriamente convinto) di essere stato scelto per il suo sex appeal. In realtà pare che i ragazzi avessero apprezzato invece il suo abbigliamento e i suoi capelli. Quando lo scoprì, il rocker inglese ci rimase malissimo e ancora oggi ne parla con sarcasmo.

Dave Gahan ha sfidato a scacchi la morte

Dave Gahan ha avuto una vita difficile, costellata di successi, certo, ma difficile. Eppure il suo fisico e una massiccia dose di fortuna lo hanno condotto fino al terzo millennio sano e salvo. La prima volta in cui Dave ha toccato la morte con la punta dell’indice risale al 1993, quando – durante un concerto a Portland – ha avuto il suo primo infarto sul palco. “Nulla da fare” si legge sui giornali in situazioni come queste. Una morte da rockstar. E invece no, Dave sfida lo spettro oscuro in una partita a scacchi, e mangia un pezzo all’avversario. La seconda mossa Dave la gioca a Beverly Hills, quando tenta il suicidio mentre è al telefono con la madre. Si taglia le vene con una lametta, ma viene soccorso e si salva, di nuovo. Più si impegna a lasciare il Pianeta, più il fato lo grazia e gli concede un’altra mossa, in questa partita che non arriva mai a scacco matto. Siamo ad Hollywood. È il 1996. Dave combina un disastro con le sostanze e va in overdose. Infarto fulminante che lo porta nel regno dei morti per tre minuti circa. Il cuore non batte più e in ambulanza si cerca di rendere possibile l’impossibile. Ovviamente, conoscete l’epilogo: il gatto del rock che ha sfidato a scacchi la morte e ancora non ha perso la partita.

Dietro Miles Away (The Truth Is)

La canzone Miles Away (The Truth Is) di Sounds of the Universe doveva chiamarsi solo Miles Away, poco prima del rilascio dell’album però, a detta di Dave, Martin controllò su Google nel caso ci fosse un’altra canzone col medesimo nome e in effetti trovò che Miles Away era anche il titolo di una canzone di Madonna, ecco il perché del cambiamento.

Dietro Enjoy The Silence

Quando Martin Gore scrisse Enjoy the Silence, la canzone doveva essere una lenta e piacevole ballata in DO minore; la versione demo, tutt’oggi reperibile in edizioni limitate del singolo (tra cui spicca quella in vinile 12”), è suonata semplicemente con l’harmonium e cantata dallo stesso Gore. Alan Wilder individuò nella canzone un potenziale successo, così, compose una diversa struttura della stessa che piacque molto al gruppo. Alla versione finale del pezzo si aggiunse la voce di David Gahan.

Per registrare Somebody Martin Gore si è messo a nudo

Martin Gore dichiarò che scrivendo Somebody mise a nudo la sua anima. E per rendere meglio l’idea, ha registrato la traccia nudo. Successivamente Alan Wilder rivelò alla stampa il narcisismo di Martin che lo spingeva a spogliarsi spesso.