A Tananai non piacciono le etichette. Eppure, in questo ultimo anno, si è visto appiccicare costantemente la nomea di outsider. All’indomani della conferenza stampa organizzata dal suo ufficio stampa per presentare il brano con cui tornerà a Sanremo, lo raggiungo telefonicamente per chiedergli se lo spaventi il pensiero che determinati appellativi possano rimanere nel tempo. «Come artista ho il dovere di fare sempre quello che mi passi per la testa. Ti dico onestamente che nessuna possibile etichetta mi condizionerebbe, nemmeno se dovessi guardare al mio futuro nella musica». Se penso al suo percorso artistico, prima come producer e poi come cantautore full-time, non riesco a non pensare che lui rappresenti una voce fuori dal coro. Una voce imperfetta, ma pop nel senso più stretto del termine. Una voce sfrontata, che sa perfettamente di non volersi prendere troppo sul serio e che proprio per questo motivo è riuscito a conquistare con facilità la Generazione Z. «Rispetto alla mia prima esperienza sul palco dell’Ariston, sono sicuramente più consapevole. Vado a Sanremo con le spalle un po’ più larghe. Spero che il brano che sto portando in gara possa enfatizzare le mie nuove riscoperte in ambito musicale», dice colui che a Sanremo lo scorso anno è riuscito a trasformare il flop di un’esibizione con più bassi che alti in un successo incontrollabile.
«L’anno scorso, dopo Sanremo, ho fatto un tour sold out. Quest’anno sono successe veramente tante cose. Sono più sicuro anche della mia vocalità. Ho tenuto fede alla promessa dell’anno scorso, quando vi avevo detto che avrei preso lezioni di canto: l’ho fatto per davvero». Il brano che Tananai porta in gara attesta un cambio di attitudine, ma anche la voglia di mettersi in gioco in una nuova veste. «Sono contento di portare un pezzo in cui credo molto e che è diametralmente opposto rispetto a quanto fatto l’anno scorso con Sesso occasionale. Per la prima volta canto un brano in cui non parlo di me. Quest’anno ho anche avuto modo di guardarmi dentro e tornare a fare canzoni più introspettive. Tango, nello specifico, racconta una relazione a distanza, ma non solo geograficamente». Ci pensa un attimo, poi aggiunge che «può essere anche una concezione mentale». Scavare ben oltre le proprie emozioni è un processo che ha voluto portare avanti anche con il suo primo album, Rave, Eclissi. Al suo interno il connubio tra parole e beat è perfettamente riuscito. «La mia anima da cantautore si è sicuramente riappacificata con quella da producer. Anzi, ora si vogliono proprio bene e penso si averlo dimostrato lavorando ad un progetto di questo tipo».
Il video di Tango sarà nuovamente di Olmo Parenti, già dietro la cinepresa in occasione delle release di Esagerata, Sesso occasionale e Abissale. «Posso solo dirti che con lui mi sono sempre trovato molto bene, fin dal principio e fin da quando ci ascoltavano in tre gatti». Durante la serata di venerdì, quella dedicata alle cover, Tananai proporrà una sua versione di Vorrei cantare come Biagio Antonacci di Simone Cristicchi. Con lui sul palco ci sarà un terzo dei Club Dogo, Don Joe, e il diretto interessato, Biagio Antonacci. «Loro due sono stati importantissimi per la mia formazione artistica», ammette. «Con il primo mi sono avvicinato al mondo della produzione, ma con il secondo ho iniziato a canticchiare. Ti dico canticchiare, perché ho iniziato a cantare seriamente da poco (ride ndr.)». Antonacci si dimostra a sua volta entusiasta di questa collaborazione, come dichiara durante la conferenza stampa. «L’idea è arrivata da un ragazzo che mi ricorda il Biagio di Liberatemi. All’epoca avevo ventisette anni, la stessa età di Alberto (Tananai ndr.). Ha l’energia giusta. Ho pensato che Tananai fosse veramente uno di noi e mi ha ricordato il Biagio che non si rendeva conto di cosa stesse facendo. Invecchiando, noi artisti perdiamo di più questa leggerezza. Diventiamo più che altro dei ragionatori. Cantando questo pezzo insieme mi sento più leggero, forse voleremo insieme».
Una volta chiuso il sipario sanremese, per Tananai sarà tempo di tour. Tra le date in programma Napoli, Roma, Firenze, Padova e Milano. Un altro salto in avanti indubbiamente, dato che è stato spostato nei palazzetti per via dell’elevato numero di richieste di biglietti. Una soddisfazione che cementa ulteriormente un percorso imprevedibile e impensabile anche solo fino ai primi mesi del 2022. «La scenografia e la produzione dei palazzetti sarà tutto un altro mondo rispetto a quello che abbiamo fatto nei club, dove abbiamo portato l’essenziale: un telone e delle luci. A me piacerebbe immensamente avere l’opportunità di riprendere le persone che saranno lì insieme a me. Sono loro il punto focale delle mie esibizioni». E se tra cinquant’anni un artista andasse a Sanremo e dovesse scegliesse di cantare un suo brano, Tananai non ha dubbi. «Volerei altissimo, se l’artista in questione volesse fare bella figura e raccontare al pubblico il suo lato più intimo, io ti direi Abissale, ma sarebbe veramente iconico se facesse Sesso occasionale».