Made In Italy è il brano che Rosa Chemical porterà a Sanremo. Una canzone italiana, in pieno stile Rosa Chemical, scritta insieme a Paolo Antonacci, composta da Oscar Inglese e Davide Simonetta con la produzione di Bdope. Il brano si presenta come una citazione ai simboli della cultura italiana e allo stesso tempo una distruzione di quelli che sono i tabù e gli stereotipi dell’italiano. Un concetto espresso nel migliore dei modi già nella copertina di Kali Yuga. Gli scatti realizzati sono due, uno esplicito «ed ufficiale» pubblicato sul suo canale OnlyFans, ed il secondo pubblicato nelle piattaforme tradizionali in una versione che rispetta le linee guida delle community. La protagonista degli scatti è Alex Mucci – influencer e content creator tra le più seguite sulla piattaforma bianco blu – su una tavola che raccoglie tutto ciò che porta alla mente il concetto di italianità. Insomma, i presupposti sono quelli di una canzone che racchiude tutto ciò che Rosa ha sempre portato ai suoi ascoltatori nel corso degli anni, così come i temi trattati al suo interno: amore, sesso, uguaglianza e libertà. Chi conosce Rosa Chemical non è sicuramente nuovo a questi concetti, e anche chi non lo ascolta, ma è vicino anagraficamente a lui, non è di certo esente da queste tematiche che sono all’interno di tutto ciò che le nuove generazioni consumano.
«Io non porto nulla di nuovo, sono argomenti di cui si parla da quarant’anni, ma se siamo ancora qui a parlarne forse un problema c’è», mi racconta. Ed il problema è quello che più caratterizza l’Italia: il divario generazionale. Mentre Rosa – che ha la mia stessa età – presenta le copertine ed il singolo all’interno degli uffici di Universal, la sua etichetta, mi guardo intorno e penso a quanti colleghi stiano realmente capendo ciò che voglia dire. Lui nel frattempo racconta che «è un pezzo a cassa dritta, orecchiabile, con un ritornello che si può cantare e ballare, però il messaggio non è così semplice, è un messaggio molto più complesso, il pubblico di Sanremo è un pubblico generalista e non è facile dire qualcosa che per loro non è considerata normale». Ha le idee chiare, ma gli occhi di chi lo ascolta vedono solo un’enorme polemica da dare in pasto al pubblico italiano. Rosa è fiducioso di poter portare queste persone all’interno del suo mondo, ma lui parla una lingua che la stampa generalista italiana non capisce. I giornalisti seguono il discorso di Rosa soffermandosi in maniera quasi divertita da concetti come poligamia, OnlyFans, feticismo e sesso occasionale, un po’ come i bambini delle elementari osservano i disegni dell’apparato riproduttore sul libro di scienze. E le facce dei presenti quando afferma che «il tradimento per me è qualcosa che va al di fuori della sessualità, per me è una questione di fiducia, io ho una relazione aperta con una ragazza e lei ha il diritto e il piacere di fare sesso con altre persone al di fuori di me», esprimono a pieno quanto sia evidente il gap generazionale tra lui e chi racconterà la sua musica all’Italia attraverso la televisione ed i quotidiani.
Perché il messaggio che Rosa Chemical vuole trasmettere è nobile – e in qualche modo può risultare quasi scontato alle nuove generazioni – ma il grande pubblico ed i giornalisti della vecchia scuola non riescono nemmeno a prenderlo seriamente. Loro sono solo in attesa che faccia qualcosa che, per loro, sia fuori dagli schemi da dare in pasto ai boomer. Quindi, se è vero che la diversità sta negli occhi di chi guarda, Rosa Chemical sta tentando l’impossibile portando il grande pubblico generalista all’interno del suo mondo, visto che questo non vuole neanche entrarci, ma solo guardarlo dall’esterno come un fenomeno da baraccone di cui parlare e criticare. Mentre in tutto questo la Generazione Z ha l’arduo compito di limitare i danni causati dal filtro della stampa, ci auguriamo che anche solo una piccola parte del pubblico italiano possa comprendere ciò che Rosa Chemical intende realmente trasmettere. Perché sarebbe una grande vittoria per lui, per tutti quelli della sua generazione e per quelle successive.