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Joaquin Phoenix Essential

Nel giorno in cui compie 48 anni Joaquin Phoenix, abbiamo preparato la guida ai suoi migliori ruoli: da Abe in “The Irrational Man” ad Arthur Fleck in quel piccolo capolavoro intitolato “Joker”.

Joaquin Phoenix, senza ombra di dubbio uno dei migliori interpreti della sua generazione, compie oggi 48 anni. Lo celebriamo attraverso le sue principali interpretazioni sul grande schermo; alcune più mainstream ed universalmente riconosciute, altre appartenenti al cinema d’autore. Lanciato infatti nel mercato pop da Ridley Scott con il colossal Il Gladiatore, Phoenix ha offerto le sue brillanti performance anche a maestri come Paul Thomas Anderson e Woody Allen, costruendo una carriera ricca e diversificata che lo ha portato alla più ambita delle statuette nel 2020. 

Abe Lucas, The Irrational Man

Ottimo film del genio della commedia psicologica Woody Allen. Mettiamo da parte per un attimo la sua vita personale, ma ricordiamoci di ripristinare certe questioni morali una volta finita la visione di un suo film, e lasciamoci cullare dalla dolce e traumatizzante depressione di un docente di filosofia. Le turbe mentali, il nichilismo, l’auto distruzione: questi gli ingredienti di una ricetta di assoluto successo. Se Allen sa scavare come pochi nei meandri della mente, Phoenix è certamente il burattino ideale nelle mani del maestro burattinaio. Ma ovviamente Joaquin non è realmente solo una maschera, ed ecco che infatti, mettendoci del suo, raggiunge un livello di spontaneità e naturalezza a dir poco impressionanti. World class actor.

Johnny Cash, Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line

Le storie di rock (nel senso più ampio del termine) sono ricche di spunti. Quella di Johnny Cash non fa eccezione. Gli amori, la famiglia, le sostanze e il successo. Tutti ingredienti che parrebbero essere inflazionati e ridondanti, specie in un biopic: se non fosse per la variabile indipendente chiamata Phoenix. Un prodotto eccellente in cui l’attore dà prova di essere anche una buona ugola quando si cimenta nel repertorio del più grande country man della storia della musica. Questa struggente storia, per i motivi suddetti, e per altri cento che scoprirete solo vedendolo (qualora non l’abbiate già fatto) entra di diritto nell’elenco delle migliori interpretazioni di Joaquin Phoenix.

Commodo, Il Gladiatore

Quasi tutti hanno fatto il tifo per Massimo Decimo Meridio, il Gladiatore interpretato da Russel Crowe in uno dei capolavori più popolari di Ridley Scott. La verità è che però il genio assoluto della pellicola è il nostro Phoenix, nelle vesti imperiali di Commodo, personaggio tanto odioso quanto cinematograficamente perfetto. Volto cattivo, a tratti pauroso, che fa da specchio all’animo camaleontico del figlio di Marco Aurelio: ora fragile e sensibile, ora violento e spietato. Con Joaquin Phoenix vien voglia di tifare per i villain.

Theodore Twombly, Her

Poco da dire in merito ad una interpretazione di questo tipo. Phoenix dà prova di essere un attore completo, in grado di costruire una dialettica d’effetto anche quando c’è solo una voce a fargli da spalla. Un horror drammatico, o al massimo un drama dell’orrore, di diritto sul podio delle interpretazioni migliori dell’istrione statunitense. La grandezza di questa prova attoriale sta nella morbidezza delle espressioni facciali, agli antipodi rispetto a quelle che citeremo tra poco. Ennesima dimostrazione della versatilità di Joaquin, attore forse leggermente sottovalutato dal grande pubblico, ma non dai grandi volti della regia contemporanea.

Arthur Fleck/Joker, Joker

Uno dei film più belli degli ultimi anni. Certamente nella top ten dei più iconici del decennio. Joker è la prova attoriale più famosa della carriera di Phoenix (assieme a Il Gladiatore) e lo teletrasporta, senza diritto di replica, nell’Olimpo degli interpreti contemporanei più profondi ed introspettivi. Un tributo – a quanto dicono i rumors, non molto ben accetto – al Travis Bicle di Robert De Niro in Taxi Driver. Questo splendido film di Todd Philips è una eccellente riproposizione delle atmosfere di una New York notturna e cupa in cui spiccano le luci al neon delle insegne e gli abbaglianti dei taxi. Joker è tutto questo, in una veste ancora più moderna, in grado di far riflettere sulla natura umana e sul tema dell’emarginazione sociale. Non era facile migliorare il Joker di Heath Ledger (diretto da un certo Christopher Nolan), e infatti per molti Phoenix si trova appena sotto a quella iconica interpretazione. A parer mio, invece, il talento portoricano contribuisce a costruire una pellicola più solida, meno fumettistica, e più aderente al cinema thriller. Questo grazie anche a dei costumi diventati già leggenda ed un trucco inquietante (in quanto meno “coprente” rispetto a quello di Ledger, con le cicatrici in bella vista). L’Academy apprezza, e premia con la più lucente delle statuette.

Freddie Quell, The Master

Pellicola di valore assoluto diretta da Paul Thomas Anderson. Una interpretazione che per certi versi anticipa quella di Joker, dunque seminale per la crescita di Phoenix come eccellenza del cinema contemporaneo. Di nuovo una parte da psicopatico, di nuovo una sceneggiatura in cui emergono luci ed ombre del genere umano, perfettamente coesistenti nelle espressioni facciali del protagonista. Una narrazione che racconta in modo nitido e cristallino la metamorfosi di Freddie Sutton (il protagonista) regalando al pubblico centotrentotto minuti di inappuntabile perfezione recitativa. Interpretazione, peraltro, che gli valse una candidatura al premio come miglior attore protagonista nell’edizione 2013 degli Oscar. Nomination che però poi non si trasformò in statuetta, in quanto a spuntarla fu un certo Daniel Day-Lewis, con la altrettanto splendida interpretazione in Lincoln di Spielberg. Nessun problema, l’appuntamento con la statuetta, come detto, verrà rimandato di soli sei anni.