Sei anni dopo l’uscita del monumentale Lemonade, Beyoncé è tornata con la sua personale Iliade, rendendo omaggio alla black culture e rivendicando un’indipendenza tanto fisica quanto spirituale. «Creare quest’album mi ha permesso di creare uno spazio per sognare per trovare una via di fuga in un periodo davvero spaventoso per il nostro mondo. Mi ha permesso di sentirmi libera e avventurosa in un momento in cui sembrava che niente potesse più muoversi. La mia intenzione era quella di creare uno spazio sicuro, uno spazio senza giudizio. Un luogo per essere liberi dal perfezionismo e dalle preoccupazioni», ha dichiarato. Nonostante le premesse, con Renaissance l’artista statunitense compie un lavoro certosino, coinvolgendo oltre ottanta professionisti del settore per confezionare un sound che vira dal tradizionale sound che l’ha sempre contraddistinta. E se Beyoncé chiama, il mondo della musica non può fare altro che rispondere. Break My Soul – il singolo introduttivo all’album, con forti venature house anni Novanta e che ad oggi conta oltre ottanta milioni di ascolti – vanta il contributo del marito e partner-in-crime musicale Jay Z, poi c’è James Brown che viene campionato in Church Girl.
In Move compaiono due voci potenti e graffianti come quella di Grace Jones e della cantante nigeriana Tems, in Cuff It la produzione è stata affidata a Nile Rodgers degli Chic, in Heated è presente il maestro del rap, Drake, mentre in Energy trovano spazio altri due mostri sacri come Skrillex e Pharrell Williams, insieme al rapper jamaicano Beam. In chiusura Summer Renaissance, uno splendido omaggio alla Regina della disco music Donna Summer. Tutti i sedici brani che compongono questo viaggio epico attraverso le sonorità che hanno maggiormente ispirato e formato Beyoncé: sono prevalentemente dei pezzi uptempo che mescolano sonorità dance, house e techno. Qualche fan della prima ora potrebbe essere rimasto sorpreso da questo cambiamento, al punto da considerarlo un azzardo, ma per altrettanti consumatori potrebbe essere una piacevole sorpresa. Dopotutto Renaissance è solo l’antipasto di quello che ci attenderà nei prossimi mesi. Una cosa è certa, l’artista di Crazy In Love e Halo ci dimostra ancora una volta di essere incredibilmente camaleontica nel suo approccio alla musica. Dopo l’esordio con le Destiny’s Child, l’anno venturo Mrs.Carter festeggerà vent’anni di carriera in qualità di solista. Una scelta che le ha cambiato la vita e l’ha trasformata inconsapevolmente (o forse no) nel Re Mida del Pop. Perché quello che Beyoncé tocca, ascolta, scrive e crea tra le mura di uno studio di registrazione, è destinato a lasciare un marchio nella discografia.
In questi anni abbiamo cantato a squarciagola Single Ladies, ci siamo emozionati sulle note di Irreplaceable e ascoltando quel gioiellino che è Lemonade, abbiamo capito che è possibile sfogare la nostra rabbia e tutti i nostri sentimenti più duri e crudi senza vergognarsene. Tra quest’ultimo e Renaissance, la performer texana non ci aveva lasciato propriamente a bocca asciutta: nel 2018 aveva visto la luce Everything Is Love, realizzato a quattro mani con Jay-Z, l’anno seguente era stato il turno del live album Homecoming e della soundtrack The Gift liberamente ispirate al film della Disney Il Re Leone, oltre al docufilm Black Is King. Eppure, l’uscita di un disco di Beyoncé è sempre un evento da segnare con il pennarello indelebile sul proprio calendario. Ci si ferma per capire come e quanto le parole di Bey risuonino nella nostra mente e siano in linea con il nostro credo, i nostri valori, il nostro modo di vivere e intendere questa vita meravigliosa e altrettanto imperfetta. Perciò non ci resta che premere play, ballare e riflettere, provando ad essere liberi, fuori dagli schemi, riconciliandoci con noi stessi. Proviamo a vivere il nostro Rinascimento.