“I need to be myself, i can’t be no one else”. È il primo, favoloso, famigerato verso-mantra di Supersonic, brano d’esordio ufficiale di quei «head cases from the council estate» di Manchester, Liam e Noel Gallagher. E proprio oggi quella canzone compie la bellezza di 28 anni. Già, è passato un quarto di secolo e più da quando, nelle radio di tutto il mondo, deflagrava il singolo manifesto di una band, di una generazione intera, di un’era. L’era di quel britpop nato e morto con gli Oasis. Correva l’anno 1993, gli Oasis erano ai Pink Museum Studios di Liverpool per registrare quello che sarebbe stato il vero pezzo d’esordio, Bring It On Down, un pezzo ruvido, punk, che tanto piaceva ad Alan McGee, fondatore della pazza Creation Records che, negli anni ottanta, aveva fatto esplodere i Jesus And Mary Chain e i Primal Scream e che, qualche mese prima, aveva scoperto e scritturato gli stessi Oasis durante un concerto a Glasgow. Eppure qualcosa non va, qualcosa non funziona come dovrebbe e quello che viene inciso non soddisfa davvero nessuno, probabilmente a causa dell’incostanza del batterista di allora, Tony McCarrol.
Tutti vanno via, posano gli strumenti e ordinano la cena da un cinese nei paraggi. Eccetto Noel. Lui no, non si ferma, continua a lavorare ad un riff di chitarra che aveva in mente dalla jam session del mattino. Capisce che può funzionare, va nel retro e, mentre gli altri consumano la cena, in solo mezz’ora… bingo! Noel torna, e dice agli altri: «Guardate, ho appena scritto un’altra canzone». Era Supersonic. Quella sera stessa, in pochissimo tempo, viene registrata e mixata. Lo stesso Noel, parlando della canzone, ha dichiarato che «è stata scritta e registrata in una sola notte a Liverpool. Stavamo registrando Bring It On Down per Alan McGee, ma andava tutto storto. Ci serviva qualcosa di nuovo e in fretta. Andai in una camera e scrissi Supersonic in mezz’ora circa. Quella presente nell’album è la prima sessione di registrazione della canzone, da allora non è mai stata remixata. È stata una notte davvero magica». Stando al testo, un vero collage di frasi nonsense, sempre il maggiore dei Gallagher ha detto: «Non so perché Supersonic significhi qualcosa per la gente perché per me non significa niente, ma sta all’ascoltatore giudicare. Non parla di noi, parla di loro. Conta quello che ne traggono loro, non noi. Noi ci compriamo bei vestiti, giriamo il mondo, eccetera. A loro cosa resta? La musica. Conta quello che possiamo dargli alla fine».
Il singolo esce ufficialmente l’11 aprile del 1994. Supersonic, tuttavia, non raggiunge neanche la top ten delle chart di vendita inglesi, si fermerà al trentunesimo poco, ad oggi la posizione in classifica più bassa mai raggiunta da un singolo degli Oasis. Eppure la storia ci racconterà un’altra versione dei fatti: Supersonic venderà oltre 200.000 copie nel solo Regno Unito e consentirà agli Oasis un passaggio alla tv nazionale su Channel 4 all’interno del programma The Word. Nel corso degli anni il brano verrà inserito dalla rivista Q nella lista dei 100 migliori brani basati sulla chitarra elettrica mentre il New Musica Express la inserirà nella classifica dei migliori 50 Indie Anthem di sempre. Insomma, buon compleanno Supersonic.