L’atteso ritorno sulle scene di Harry Styles è scandito dalle note di As It Was, un brano dai toni malinconici che cerca di trattare il tema della solitudine e dell’isolamento senza alcun genere di filtro e con un seducente sound ispirato agli anni Ottanta – che non può non ricondurre al miglior synth pop di stampo britannico. Styles questa volta preferisce aprirsi di fronte al proprio pubblico senza sacrificare la ballabilità della propria musica, un contrasto questo che mantiene considerevolmente alto il tasso di interesse legato all’opera, la quale – secondo le teorie dei fan – sarebbe riferita ad Olivia Wilde, attrice statunitense con cui il cantante intrattiene una relazione. Ma al di là di ciò, As It Was – scritto con l’aiuto dei suoi storici collaboratori Kid Harpoon e Tyler Johnson – ci appare come uno dei momenti più alti della carriera solista del cantante britannico, in cui la carica emozionale gioca un ruolo di rilievo.
Styles canta del superamento di determinate fasi critiche legate allo sviluppo della propria personalità, riconoscendo nell’esistenza umana una dimensione in continuo divenire, dove nulla è destinato a rimanere immutato. Si tratta, dunque, di un cambiamento musicale coraggioso, messo in atto da un testo di gran lunga più intimo e vulnerabile rispetto a quello di singoli come Lights Up e Sign of The Times, i quali anticiparono il precedente album Fine Line e l’omonimo Harry Styles. As It Was, insomma, non è altro che un sincero grido d’aiuto sul dancefloor. La prima volta in cui l’artista – a partire dall’avvio del suo progetto solista nel 2017 – decide di aprire il percorso legato a un proprio disco con una canzone d’amore e con simili toni. Scavando nelle influenze, in primis quella dei Depeche Mode, la voce di Styles si fa spazio all’interno del brano con un tono agrodolce e intimo nel contempo, simile quasi ad una confessione piuttosto sofferta che tiene in perenne conflitto l’animo del cantante.
Un conflitto interiore che diventa piuttosto evidente nelle immagini del videoclip, girato dal regista ucraino Tanu Muino e ispirato ad Anima Paul Thomas Anderson, perfettamente in grado di rappresentare gli stati d’animo dell’ex One Direction. Harry Styles mette alla prova sé stesso e prende subito una posizione decisa riguardo a ciò che sarà il suo prossimo album in studio. Lo fa con coraggio e personalità, stabilendo un’affascinante connessione tra un efficace synth pop in salsa glam ed i propri stati d’animo personali. Potrebbe, forse, trattarsi dell’avvio di una nuova fase del suo interessante percorso artistico. Potrebbe, forse, trattarsi di un nuovo interessante inizio per il cantante britannico.