J Lord è quel rapper che quando lo ascolti la prima volta non capisci di fronte a cosa ti trovi. Un rapper napoletano, di origini ghanesi classe 2003, che si muove liberamente tra le sonorità del rap: passa da brani così gangsta da sembrare americani, a pezzi più introspettivi e calmi che possono quasi ricordare 50 Cent quando faceva quei brani che non c’entravano nulla con il suo immaginario, ma gli riuscivano comunque dannatamente bene. Insomma, J Lord è stata l’ennesima conferma del potenziale della scena partenopea nel rap italiano, ed il suo album di debutto – s’intitola No Money More Love – è il perfetto biglietto da visita per presentarsi ufficialmente al panorama musicale italiano e mette a nudo ogni suo tratto personale ed artistico: da un lato il rapper duro e puro, quello dalle barre taglienti, dal flow incalzante, dalle rime incisive e agguerrite, con brani che suonano come anthem di strada; dall’altro un giovane ragazzo di diciotto anni sensibile e introspettivo, che riflette sulle sue emozioni raccontandosi senza paure. No Money More Love si nutre delle energie di molte città d’Italia e del resto del mondo, ed in questa intervista abbiamo deciso di viaggiare in giro per il mondo insieme a J Lord per capire quali emozioni e ricordi gli suscitano questi luoghi.
Frattaminore.
Bro e chi la conosce? (Ride ndr.) è il luogo dove sono nato, ma oltre a questo non ci sono mai stato, sicuramente è il luogo da dove vengo, non me lo dimentico.
Afragola.
Casa. È il posto dove vivo e dove ho mia madre, i miei fratelli e tutti i ricordi della mia infanzia.
Napoli.
Napoli include Afragola, Frattaminore ed è tutto un blocco. Mi sposto tra i vari luoghi e assorbo tutte le energie. È l’insieme delle energie negative e positive che mi hanno portato alla creazione di No Money More Love.
Catania.
Digital Astro. Lui è di Catania, con lui è stato tutto molto naturale; ci siamo incontrati e ci siamo trovati subito bene, quando ci siamo visti in studio abbiamo buttato subito giù il pezzo. A livello di melodie spacca davvero, nel ritornello riesci a percepire attraverso la melodia il messaggio che vuole farti arrivare al cuore.
Ancona.
Ho vissuto ad Ancona intorno al 2014, insieme a mio padre. Ho un pezzo di Marche dentro, non è un capitolo chiuso per me. Recentemente è anche morto un mio amico in un incidente, il resto dei miei amici poi si sono quasi tutti trasferiti in Inghilterra e all’estero.
Genova.
Bresh. Il modo in cui ci siamo conosciuti ed abbiamo approcciato è stato fantastico. Lui era da poco fuori con il disco, nonostante questo quando gli ho mandato la traccia nel giro di tre giorni mi ha mandato la sua parte. Insomma, è uno super disponibile e produttivo, c’è stata molta sintonia e fratellanza in questa collaborazione.
Varese.
Massimo Pericolo. Io avevo già collaborato con lui un anno fa, ed è stato il featuring più bello per il modo in cui è venuto fuori. A me piace tantissimo la sua penna ed il suo modo di dire le cose. In Pelle d’oca non poteva esserci nessun altro all’infuori di Massimo.
Milano.
Milano mi fa venire in mente tante cose, è un luogo iper produttivo in cui devi guardare avanti, correre e lavorare. È anche una città molto bella, oltre alle altre cose. In futuro ancora non mi vedo a viverci, per ora penso che sto facendo bene dove sono e quindi va bene così. Inoltre parlando di Milano non posso non pensare a Vale Pain. Anche con lui è stato tutto molto naturale, lui è venuto in studio, siamo stati insieme con Dat (Dat Boi Dee ndr.) ed è nato il brano Catene. Vale è un ragazzo reale al cento per cento, è stato un piacere collaborare con lui.
Philadelphia.
Meek Mill è Philadelphia. Per me è il featuring dei sogni e allo stesso tempo ispirazione per tutto quello che ha vissuto. Lui è stata una grande ispirazione nella creazione del disco, soprattuto per le tracce più aggressive. Per quanto riguarda i brani più calmi ed emotivi la mia reference principale è Micheal Jackson. Credo che i pezzi calmi siano in grado di suscitare molta più rabbia dei pezzi più aggressivi che magari uno si ascolta tutti i giorni. Nel disco c’è di tutto, è un caos emotivo e stilistico.
Los Angeles.
Non mi viene in mente niente che non siano i Lakers (ride ndr.).
New York.
New York è stata fantastica. La mia prima volta lì ed ho provato a vivere tutto al cento per cento, guardavo ogni strada ed ogni angolo. Siamo partiti io, Davide Vicari e Andrea Bianchera (l’autore dello scatto finito sulla Digital Cover Story ndr.) e siamo stati lì cinque giorni per fare il nostro lavoro. Ora siamo veramente carichi, non vedo l’ora che il disco esca (abbiamo incontrato J Lord prima dell’uscita di No Money More Love ndr.) e non sono nemmeno in ansia, me la sto vivendo benissimo. A New York abbiamo anche portato a termine la collaborazione con Karl Kani. Conoscere di persona Karl Kani, farlo apparire nel video e tutto il resto è stato incredibile, non riesco nemmeno a descrivere l’emozione. Lui ha conosciuto Tupac e molte altre icone del rap, pensare di stringere la mano ad una figura così importante nella storia del rap e averlo nel mio video è assurdo, se non è hip-hop lui stesso in persona, non so cosa sia hip-hop.
Chicago.
Chicago mi fa pensare a Kanye e Chief Keef. Io sono un grande fan del rap americano, e penso questo si sia capito. Negli Stati Uniti si fa musica in un modo che anche se non si capisce bene l’inglese bastano il flow, i video e l’attitude per appassionartici. Io all’inizio capivo niente, poi piano piano ho cominciato a fare ricerca, cercare i testi e scoprire le storie degli artisti e questo mi ha formato dal punto di vista musicale.
Accra.
Accra la tengo a cuore, il Ghana è il mio Paese d’origine, non ci sono ancora mai stato, ma molto presto ci andrò e voglio visitare quel posto. Lì ho mia nonna e parte della mia famiglia, quindi un pezzo del mio cuore è per forza lì.
J Lord è partito da Napoli, ha attraversato verso Nord l’Italia, per poi arrivare a mettere una bandierina nella culla dell’hip-hop. Il percorso è appena iniziato, ma le tappe sono ben chiare nella mente di questo giovane rapper appena diciottenne. Ora No Money More Love è fuori su tutte le piattaforme, ascoltatelo con cura, senza dimenticarvi di divertirvi con la sua musica, ed inoltre se doveste avere dubbi su quale pizza ordinare stasera, J Lord ha deciso di condividere con noi la sua “top three pizze”: Salsiccia e friarielli, Diavola e «l’original gangsta» Margherita.
Foto Digital Cover Story: Andrea Bianchera
Digital Cover: Jadeite Studio