Fermi tutti, ho bisogno che mi diate una mano a ricordare una cosa. Sto vedendo la serie Harlem e non riesco a capire cosa mi richiami alla memoria. Breve riassunto: quattro giovani donne che abitano ad Harlem, New York, sono amiche per la pelle. Tye è una imprenditrice in carriera molto disponibile (sessualmente parlando), Quinn è una maniaca della perfezione in cerca dell’amore vero e che prova a farsi strada professionalmente, Camille introduce con la sua voce gli episodi della serie utilizzando una breve analisi antropologica ed è invischiata ancora in ricordi amorosi con l’ex che, magicamente, ricompare fidanzato; Angie è un’artista in cerca della sua strada e, tra un fallimento artistico e l’altro, è ospite dell’amica Quinn. Intrecci, solidarietà, consigli, segreti e rimpianti come neve la notte di Natale. Tutto chiaro? Pensateci su.
Ci sono poi altre specificità di questo prodotto televisivo che lo inseriscono, a parte quanto appena scritto, in alcuni filoni tematici narrativi piuttosto precisi. Prima di tutto quello delle serie con tutti attori afroamericani, ambientata in quartieri afroamericani abitati da benestanti. Poi stiamo parlando di una commedy, per di più al femminile. Aggiungiamo che viene utilizzata costantemente l’R&B per sottolineare i momenti chiave della sceneggiatura (devo cercare se esiste su Spotify la playlist Harlem, nel caso ve la consiglio). E poi è sicuramente nel filone delle serie in cui i costumisti definiscono tramite l’abbigliamento il carattere dei protagonisti utilizzando abiti molto particolari, che a volte diventano iconici. Ora che il quadro è completo, e appurato che non ci penso minimamente a spoilerarvi la trama, posso tranquillamente affermare che stiamo parlando di un prodotto molto ben confezionato e la partecipazione di Woopie Golberg, anche se in un ruolo secondario, dà un certo lustro a questa produzione. Quello che viene rappresentato è il ceto medio alto della società nera americana, proprio nel cuore di uno dei quartieri simbolo. Un ceto medio ricco di donne colte, spiritose, determinate, disinibite ma anche fragili quando si parla di sentimenti o di rivalsa.
Va da sé il fatto che la questione razziale, costantemente presente nella società americana, dal sottofondo non sparisce mai; è un argomento che probabilmente qui in Europa non riusciamo a comprendere sino in fondo visto che la nostra è una storia diversa, molto diversa. Harlem invece non ce la fa scordare mai questa storia, neanche per un minuto. Nessuna fra le protagoniste può prescindere da questo. E se l’argomento è costante nelle loro conversazioni e centrale nelle loro vite, non ci impedisce di vederle per quelle che sono: quattro giovani donne ancora in cerca si sé stesse, costrette come tutti a fare i conti con la famiglia di origine e la continua rincorsa per capire chi davvero invece stanno diventando come individui adulti. Se nel frattempo vi è tornato in mente ciò che la mia memora sta provando a ricordare, fatemelo sapere. In ogni caso, se avete voglia di vedere qualcosa di ben fatto, magari non super originale, ma comunque divertente e sicuramente piacevole, Harlem potrebbe essere perfetto.