Devo essere sincera: i dischi di cover non piacciono. E vi dirò di più, non mi piacciono se escono nel periodo prenatalizio perché mi fanno presumere che si tratti di un’operazione biecamente commerciale. È con questo spirito che mi sono approcciata al pre-ascolto di Discover, l’ultimo lavoro in studio di Zucchero. Ma questa volta ho dovuto cambiare idea. Zucchero, come la stragrande maggioranza di tutti gli altri artisti, ha particolarmente patito il dover rimandare i suoi live ma, invece che rimanere inerme, ha deciso di riprendere in mano un suo vecchio progetto. Da una base di «500 brani di cui avrei voluto essere l’autore», dice durante l’incontro milanese con la stampa, è riuscito a fare una selezione di brani piuttosto eterogenea. Bisogna dire che la selezione finale dimostra che ha avuto coraggio perché nella tracklist di Discover troviamo sì Follow You Follow Me dei Genesis, ma anche The Scientist dei Coldplay.
Nel complesso ne è uscito un disco molto rispettoso delle versioni originali ma riuscendo comunque a darne un’interpretazione molto personale utilizzando in particolare la componente arrangiamenti senza mai stravolgere nulla. E a chi gli dice che in Italia i dischi di cover non hanno mai avuto successo lui replica che «tutti hanno fatto album di cover e nella lunga carriera di un artista uno ci sta». In Discover c’è anche Let Your Love Be Know, il brano scritto da Bono e dedicato alla reazione positiva che avevano avuto gli italiani nella prima fase di lockdown. «Ho scoperto la canzone su YouTube una mattina – racconta – Lui l’aveva fatta a casa sua come un provino e ho apprezzato subito il testo: parlava di quella situazione ma non in modo patetico. Essendo anch’io immerso in quel lockdown gli ho chiesto se potevo fare l’adattamento in italiano». Sempre a proposito di collaborazioni, ce n’è anche una con Mahmood, Natural Blues: «Ho percepito sin da subito, prima ancora che vincesse Sanremo, una forte componente soul nella sua estensione vocale e così l’ho scelto».
Avrebbe scelto anche i Måneskin ed aveva già anche individuato un pezzo da cantare con loro ma, come dichiarato dallo stesso Zucchero «erano troppo impegnati e così non se ne è potuto far nulla». Un vero peccato anche perché, tra tutti gli artisti della nuova generazione, è per loro che lui scriverebbe volentieri un pezzo, proprio come fece ormai vent’anni fa per Elisa su esplicita richiesta di Caterina Caselli. «Loro hanno inanellato cinque o sei componenti fondamentali. Hanno colmato un vuoto fondendo il rock trasgressivo ed irriverente con un’immagine fortissima. Non vedo l’ora di sentirli live». Molto particolare anche il duetto virtuale con Fabrizio De Andrè (s’intitola Ho visto Nina volare): «Non conoscevo questo brano, mi è stato suggerito direttamente da Dori Ghezzi», dice. Insieme al disco, Zucchero ha presentato anche le date del tour che ormai è già stato rimandato due volte e che spera la prossima primavera di portare in scena. «Mi sono vaccinato e per la musica farei questo ed altro», afferma parlando della situazione attuale. «Da questa pandemia bisogna in qualche modo uscire e ricominciare».