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I Måneskin sono la rock band più ascoltata al mondo su Spotify?

Che sia davvero sempre e solo una questione di occasioni e visibilità ce lo stanno dimostrando i Måneskin in questi giorni. Mi spiego meglio: si sono presentati ad X Factor Italia e sono capitati nelle buone mani di Manuel Agnelli che gli ha fornito buone occasioni per mettersi al centro della scena. Da lì è stata una lenta ma inesorabile scalata. Come vincitori del Festival di Sanremo di quest’anno hanno avuto il diritto di partecipare all’Eurovision Song Contest, che hanno vinto grazie al voto popolare, altra doppietta di occasioni ben utilizzate. Ed ora il quartetto rock romano si ritrova a scalare le classifiche d’ascolto a livello globale. Questa settimana sono ottavi fra gli artisti al mondo più ascoltati preceduti da nomi come Dua Lipa, i BTS, Olivia Rodrigo (che con il suo disco di debutto, Sour, sta spopolando) e Justin Bieber. Per darvi qualche numero: nella settimana che ha seguito la vittoria dell’Eurovision, Zitti e buoni ha totalizzato 21 milioni di ascolti – ovvero 4 milioni di streams in più rispetto a Blinding Lights di The Weeknd (singolo di maggior successo del 2020) e 7 milioni in più rispetto a Your Power, il singolo con cui tre settimane fa Billie Eilish ha annunciato l’uscita del suo secondo disco in studio. La settimana successiva (quella che va dal 28 maggio al 3 giugno) il brano ha totalizzato ulteriori 23 milioni di streams, piazzandosi alla 12esima posizione davanti Leave The Door Open di Bruno Mars, Anderson .Paak e Silk Sonic e Save Your Tears di The Weeknd e Ariana Grande.

Spulciando la classifica di Spotify, ancora più sorprendente è scoprire che i Måneskin non solo sono la rock band più ascoltata su Spotify a livello globale, ma è l’unica rock band a comparire nelle prime 100 posizioni della global chart settimanale di Spotify. Ma non basta, perché il gruppo romano ha fatto breccia anche nell’ostico mercato americano esordendo al 22esimo posto della classifica di Billboard. Ha quasi dell’incredibile e forse, nonostante la loro convinzione in sé stessi che non gli ha mai fatto difetto, non lo avrebbero mai immaginato neppure loro. Si aprono quindi nuovi orizzonti per Damiano e soci. Forse sarà per questo che hanno deciso di dare un’ulteriore svolta alla loro carriera separandosi dalla loro storica manager Marta Donà, magari puntando ad un management più internazionale che gli consenta di fare il definitivo salto verso una fama planetaria duratura e solida? Staremo a vedere. Quello che è certo è che un gruppo rock, che canta in italiano e che riuscisse ad attirare così l’attenzione mancava e farà bene, di riflesso, a molti altri nostri artisti.