Un pittore olandese dotato di straordinaria sensibilità artistica e non solo una volta ha detto: «Non sono avventuriero per scelta, ma per destino». L’avventura come impellenza esistenziale non è però un qualcosa che ha riguardato solo il celebre Vincent Van Gogh, quanto piuttosto l’umanità nella sua interezza. Le grandi migrazioni dei nostri antenati ominidi hanno permesso all’uomo di raggiungere ogni lembo della nostra Madre Terra, Marco Polo ha aperto la via per l’Oriente, Colombo per le Americhe, Livingstone ha svelato il volto segreto dell’impenetrabile Africa Nera, Amundsen ha conquistato i ghiacci mentre Lindbergh, con il suo monoplano Spirit of St. Louis, ha solcato i cieli. Il 12 aprile di sessant’anni fa, infine, un uomo, Yuri Gagarin, ha infranto anche l’ultima barriera, la più affascinante, quella dello spazio celeste. La sua impresa ha ispirato il mondo ed aperto la strada all’epopea dell’esplorazione spaziale. Tale iconica data è stata scelta a partire dal 2011 dalle Nazioni Unite come la Giornata internazionale del volo spaziale umano: ricorrenza che celebriamo rievocando alcuni dei più celebri viaggi spaziali mai impressi sulla pellicola.
Viaggio nella Luna (1902)
Film muto scritto, prodotto, montato e diretto da Georges Méliès, ovvero il padre (dopo i fratelli Lumière) del cinema. Liberamente ispirato ai romanzi di due icone del genere fantascientifico, Dalla Terra alla Luna di Jules Verne e I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells., è il viaggio di un gruppo di astronomi che decide di spararsi sulla Luna, grazie ad un cannone, a bordo di un’astronave a forma di proiettile. Completato l’allunaggio l’equipe si addentra nelle sue profondità, finendo per scontrarsi con i suoi abitanti, i Seleniti, dei mostri con chele di granchio al posto delle mani. Catturati, gli astronomi riescono poi a fuggire e riatterrare in questo Mondo assieme però ad un Selenita che si era aggrappato alla navicella. Il primo film di fantascienza della storia ed uno dei primi prodotti in genere dell’arte filmica. Un vero viaggio verso l’ignoto.
2001: Odissea nello spazio (1968)
Opera Magna della Settima Arte. Film dalla complessità concettuale e stilistica quasi inebriante tratta, sotto l’etichetta della fantascienza, dell’evoluzione dell’essere umano. In un viaggio storico, futuristico e onirico al contempo, dall’ominide “Guarda la Luna”, con un’ellisse temporale fra le più celebri dell’intera storia del cinema (osso-astronave), veniamo proiettati a bordo dell’astronave della segretissima missione spaziale Jupiter in compagnia dell’astronauta Bowman. Abbiamo ancora il tempo di un paio di salti, prima in una stanza da letto simil-francese del diciottesimo secolo poi nello spazio sterminato, dove fluttua un “Bambino delle Stelle”. La lotta manichea tra istinto ed intelletto, l’evoluzionismo darwiniano ma soprattutto la filosofia nietzschiana di Così parlò Zarathustra e della Genealogia della morale possono guidare lo spettatore alla risoluzione dell’enigma di questa apocalittica Odissea che ruota attorno alla misteriosa silhouette di un sinistro monolite con cui si interfacciano in vario modo i soggetti della pellicola. L’Odissea kubrickiana non è solo una spedizione nello spazio è il viaggio “par excellence”.
Solaris (1972)
La risposta della cinematografia sovietica a 2001: Odissea nello spazio è firmata dall’eccentrico regista sovietico Andrej Tarkovskij il cui marchio di fabbrica sono sia le lunghe sequenze narrative dalla struttura atipica quanto una morbosa attenzione per le tematiche spirituali e metafisiche. Solaris è la storia dello psicologo Kris Kelvin pronto ad imbattersi in un viaggio lunghissimo verso un pianeta extrasolare ricoperto da un misterioso oceano gelatinoso e dalla natura imperscrutabile, Solaris per l’appunto. Tarkovskij però non si accontenta di raccontare solamente, appoggiandosi sull’omonimo romanzo del polacco Stanislaw Lem, un bel film di fantascienza. Solaris è piuttosto un tentativo di andare oltre le caratteristiche del suo genere per abbracciare una più ampia e poetica riflessione sull’uomo e sull’incredibile divario esistente tra progresso tecnologico e maturità etica. La psiche umana muta, infatti, molto più lentamente di quanto si sviluppino le cognizioni tecnico-scientifiche. L’uomo ha perso il senso del cosmo e del suo mistero e, senza di esso, qualsiasi legame spirituale con la realtà è perduto.
Apollo 13 (1995)
È il film diretto da Ron Howard in cui il dramma della navicella spaziale Apollo 13 è tutto racchiuso tra le due celebri affermazioni dell’astronauta Tom Hanks («Houston, abbiamo un problema» e «Signori, è stato un privilegio volare con voi»). Le vicende narrate sono quelle della missione spaziale omonima, fallita a causa di un grave incidente che mise a rischio la vita dei tre astronauti Jim Lovell (Tom Hanks), Jack Swigert (Kevin Bacon) e Fred Haise (Bill Paxton). Tre giorni dopo il lancio, infatti, l’esplosione dei serbatoi d’ossigeno durante la procedura di rimescolamento danneggia gravemente la navicella impedendo non solo la prosecuzione della missione (annullando il previsto allunaggio) ma rendendo anche estremamente difficoltoso il rientro degli astronauti sulla Terra. C’è la seria prossibilità che essi non sopravvivano. L’inattesa emergenza costringerà i tecnici della NASA a Houston, in particolare Gene Kranz (Ed Harris) e Ken Mattingly (Gary Sinise) ad improvvisare un geniale quanto rischioso piano d’emergenza per fare rientrare alla base i suoi uomini.
Interstellar (2014)
Un Christopher Nolan (regista) e Matthew McCounaghey (nei panni di Cooper, il protagonista) al loro massimo confezionano il più bel film sci-fi del nuovo Millennio. In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico colpisce duramente l’agricoltura. Il granturco è l’unica coltivazione ancora in grado di crescere ed un gruppo di scienziati è intenzionato ad attraversare lo spazio per trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo. Per salvare la razza umana da una sicura estinzione Cooper deve entrare in un wormhole, una sorta di passaggio spazio-temporale in grado di trasportare chiunque lo attraversi dall’altro capo dell’Universo, apertosi 48 anni prima nei pressi di Saturno. È quello che farà Cooper, nel tentativo di trovare il pianeta destinato ad accogliere la vita dal pianeta Terra. Oltre tre ore in cui il cinema fantascientifico flirta con esotici enigmi filosofici e complicate teorie scientifico-matematiche, mostrando uno dei suoi volti più esaltanti.