Nel frastuono costante di una realtà che ci prende, impacchetta e suddivide per astratte categorie umane, Billie Eilish ci sussurra un’appetitosa via di fuga. Therefore I Am, suo nuovo singolo, è una dichiarazione di guerra che si abbatte, provocatoria e inesorabile, su chi pratica e asseconda l’etica dell’apparenza, sui filosofi da tastiera e i loro rapporti ideali, ma irreali. La Eilish prende, quindi, una base strumentale capace di entrare in testa al ritmo cardiaco di una marcia che guida e scandisce i passi di un esercito, attinge poi dalla locuzione cartesiana per eccellenza (“penso, dunque sono”) e dedica questa belligerante preghiera fast food ad un interlocutore incapace di cogliere la linea sottile e potente che separa l’apparenza dall’essenza, il vero dal falso e, forse, persino il dolce dal salato.
Billie canta così un suo personalissimo mantra e lo traspone visivamente in un videoclip scritto e diretto proprio da lei. Girato con un cellulare all’interno di un centro commerciale deserto, per quattro minuti e cinquantotto secondi vediamo solo la Eilish, unica cliente non pagante in uno scenario apocalittico che profuma di igienizzante per le mani. Non staremo qui a cercare di interpretare una sequenza di immagini ideata dalla mente di un’artista così eclettica, ma ciò che appare evidente nel video ufficiale di Therefore I Am è la volontà di Billie di giocare tra e con soggetti e concetti agli antipodi: e allora canta per riempire il silenzio dei corridoi vuoti, corre veloce in mezzo ad una folla invisibile e, dovendo scegliere tra una ciambella e delle patatine fritte, le mangia entrambe. Insieme.