17 anni, nato e cresciuto a Brescia, Blanco non solo è uno dei musicisti più promettenti di Universal Music, ma è anche il simbolo della sconfitta dei generi. «Ti rispondo con una citazione di Post Malone, ossia che al giorno di oggi non esistono più generi musicali. La penso esattamente come lui», mi dice. Nelle ultime settimane Riccardo – questo il suo nome all’anagrafe – ha scioccato internet per due volte, prima con Belladonna (Adieu), una riflessione sui rapporti tossici in amore e in amicizia, poi pubblicando Notti in bianco, un brano che racconta senza mezzi termini il rapporto fisico con una ragazza per la quale ha trascorso 92 notti, sveglio, a scrivere testi dedicati ed ha l’obiettivo da un lato di esorcizzare e dall’altro di rendere indelebile la storia d’amore (“Sopra quel balcone/C’ho passato l’estate/E ho strappato mille pagine Bebe/Per descriver le tue lacrime”).
Questo periodo storico è fantastico perché fa coesistere sound molto stereotipati come la trap ad altri anti convenzionali come per esempio Billie Eilish. La tua musica nasce dal desiderio di raccontare in modo unico ciò che senti?
In realtà a me non interessa raccontare in modo unico ciò che sento ma raccontarlo e basta, è un canale di sfogo.
Qual è la prima cosa che hai scritto?
La prima cosa che ho scritto è stata una traccia/lettera per una ragazza sulla quale volevo fare colpo.
Ascoltando Belladonna (Adieu) e Notti in bianco si percepisce questa tua volontà di reinventare il futuro, ed è forse proprio per questo che la tua musica oggi non è etichettabile con nessun genere. Era questo il tuo obiettivo?
Non voglio incasellarmi in nessun genere specifico. Ti rispondo con una citazione di Post Malone, ossia che al giorno di oggi non esistono più generi musicali. La penso esattamente come lui. È tutto un crossover e non disprezzo questa cosa, anzi, questa è l’evoluzione della musica.
Come riassumeresti Blanco a qualcuno che non lo ha mai ascoltato?
Non saprei risponderti, non riesco proprio a riassumermi.
Non ti vedresti a fare nient’altro nella vita?
No, anche perchè momentanente mi rende felice questo ma se un domani vorrò fare altro, farò comunque altro. Voglio solamente essere felice e soddisfatto di me stesso.
E la scelta di metterti a nudo nel vero senso della parola; semplice strategia promozionale o c’è dell’altro?
Non c’è nessuna strategia come i miei 17 anni di vita. Mi piace essere letteralmente nudo anche se non lo faccio sempre, ma quando succede sento di non avere più limiti.
Quanto conta per te lo stile e l’immagine?
Me ne sbatto proprio il cazzo.
E quell’angelo che hai tatuato sul petto ha un significato?
L’angelo mi rappresenta in pieno. È una figura pulita, buona, benevola ed infine sono quello, un bravo ragazzo. Ma la corona di spine che ha sulla testa al posto dell’aureola rappresenta invece il lato più marcio di me.
Credi nell’aldilà?
Dovrei morire per risponderti.
“Sei rinata come Cristo/Come il disco dei Sex Pistols/Che tenevo nella polvere/Con istinti suicidi”, canti in una demo pubblicata su SoundCloud. Oltre la band di Sid Vicious, chi sono i tuoi riferimenti?
In realtà i Sex Pistols mi piacciono ma non li prendo tanto come punti di riferimento. Ti direi YungBlud, Mötley Crüe, Pink Floyd, Machine Gun Kelly, Adriano Celentano e Achille Lauro.
A proposito di Machine Gun Kelly e Yungblud, il pop punk di oggi può ancora essere la voce di un cambiamento sociale secondo te?
No se fatto in modo classico, sì se fatto con un’attitudine moderna.