Chiudono i cinema e riaprono i drive-in, è questa – più o meno – la situazione che si sta delineando negli Stati Uniti bloccati dall’emergenza coronavirus. Con le recenti ordinanze che hanno costretto alla chiusura le sale cinematografiche come le conosciamo (il numero dei cinema aperti negli Stati Uniti non supera i 135 contro i circa 5000 che hanno preferito chiudere), le famiglie americane stanno riscoprendo l’esperienza, in voga tra gli anni ’40 e ’50, di uscire di casa per vedere un film, rimanendo confinati nelle proprie auto. Un’inchiesta del Times ha scoperto che la condizione dei drive-in è collocata in una sorta di zona grigia nei confronti delle ordinanze nazionali, che vietano assembramenti con 50 o più persone e scendono a 10 o più persone in caso soggetti a rischio presenti. Rimanendo sigillati nelle proprie auto, gli avventori dei cinema drive-in americani limitano le interazioni sociali pur trovandosi di fatto in assembramento, condizione che ha favorito l’aumento di presenze in questi luoghi.
Per esempio, al Paramount Drive-In in California lo scorso martedì sera si sono registrate 136 macchine, con un totale di 320 biglietti venduti, circa il doppio dell’affluenza abituale prima dell’emergenza coronavirus. Secondo invece il magazine Deadline, sono stati quattro i titoli che hanno fatto registrare gli incassi più alti lo scorso weekend: l’ultimo film targato Disney Pixar, Onward prodotto da Blumhouse e distribuito da Universal, il cinecomic Sony Bloodshot con Vin Diesel e Il richiamo della foresta di Disney/20th Century Studios. E in gran parte, questo è proprio grazie ai drive-in. 20 sale su 30 in cui è stato mandato Onward erano, infatti, drive-in, 15 su 30 per Il richiamo della foresta, e 14 su 30 per Bloodshot.
Situazione analoga anche in Corea del Sud dove le principali catene di drive-in hanno riscontrato un aumento di accessi pari al 20% nei giorni feriali, con un boom di prenotazioni che si è registrato nell’ultimo weekend con molti spettacoli andati sold out. Non sappiamo se il drive-in salverà il cinema, ma il boom di presente di questi giorni è senza alcun dubbio un primo segnale positivo per un settore che nei prossimi mesi sarà costretto a fare i conti con la crisi che l’emergenza comporterà.