Quanti di noi hanno pensato, almeno una volta nella vita, che per una certa persona sarebbero stati disposti a tutto? Perché in fondo, si sa, tutto è lecito in guerra e in amore e Joe Goldberg (Penn Badgley) ne ha fatto il proprio mantra. Amore o ossessione. Lecito o perverso? You 2 porta in scena una tematica trending del momento: quanto siamo bendisposti a giustificare e affezionarci al cattivo? E quanto possiamo limitarci a un semplice “è cattivo” quando veniamo messi nella condizione di conoscerlo e di comprendere quel passato che lo ha reso tale? In questa seconda stagione, You si avvicina a quegli espedienti narrativi già visti nel Joker di Phillips: quell’indagine psicologica che ci porta a capire quale vissuto e quale trauma è in grado di trasformare un essere umano normale in un sociopatico serial killer, il tutto ovviamente condito con un pizzico di insospettabilità alla American Psycho e un volto da ragazzo della porta accanto.
Shakeriamo il tutto e otterremo You 2, un cocktail che di sicuro non è un capolavoro, ma che non possiamo far altro che bere fino all’ultima goccia. Ma serviva davvero una seconda stagione? La prima ci aveva mostrato Joe, il nostro protagonista libraio/serial killer/stalker, in preda ai propri deliri: convinto davvero di essere un bravo ragazzo, giustifica tutte le sue azioni dietro a un tipico «non avevo scelta», alternato a un più romantico «l’ho fatto per amore». Ci affezioniamo a lui, nonostante giustificarne le azioni sia davvero difficile per qualsiasi persona sana di mente: ossessionato dalla propria ragazza, Beck, Joe si destreggia per tutta la prima stagione tra stalking e l’omicidio di chiunque si frapponga tra lui e la sua amata. Il lieto fine? Scontato a quanto pare, tanto da far scegliere agli autori dello script di far uccidere a Joe anche Beck, una volta scoperti da lei tutti i suoi crimini. A un primo sguardo la seconda stagione non sembrerebbe molto diversa dalla prima; il modus operandi di Joe, che adesso ha cambiato il proprio nome in Will Bettelheim per sfuggire ad una ex vendicativa, rimane lo stesso: si invaghisce del bersaglio successivo, la stalkera, pedina e seduce, proseguendo così il proprio circolo di perversioni.
Se però si ha la pazienza di aspettare qualche puntata, si noterà che anche se il quid è invariato, in You 2 cambia il “come”. Sì, il nostro Joe/Will appare cambiato, non più convinto della propria buona fede e innocenza ma anzi tormentato dai fantasmi del proprio passato. Durante tutte e dieci le puntate una serie di flashback ci mostreranno l’origine della sua follia, e mentre lo spettatore si addolcirà lentamente nei suoi confronti, lui sarà pian piano sempre più intransigente verso se stesso, fino ad un finale tutto in salita. Di certo non un capolavoro, ma riconosco che la trama – superato lo scoglio delle primissime puntate – tiene incollati allo schermo fino alla fine e riesce in un incastro preciso con la prima. Da vedere? Sì e no, ma con un cattivo come Penn Badgley la sindrome di Stoccolma è inevitabile.