Il prezzo dei concerti è sempre più alto, la musica dal vivo non è più un’esperienza alla portata di tutti. Lo conferma una ricerca condotta da Pollstar: negli USA i prezzi dei biglietti per i concerti non sono mai stati così cari come nel 2019. Per portare qualche esempio, i Rolling Stones con sedici date in America hanno incassato la cifra stellare di 178 milioni di dollari con una media di guadagno a serata pari a 11 milioni (nel New Jarsey, per i due live al Metlife Stadium, i biglietti sono arrivati a costare anche 500 dollari l’uno sul mercato ufficiale). Tra il 2009 e il 2010 i prezzi dei biglietti dei live oltreoceano hanno avuto un’impennata del 55%. In Europa la situazione non è analoga ma comunque molto simile: un biglietto prato per il concerto degli U2 allo Stadio Olimpico di Roma costava nel 2008 il 26% in meno rispetto al 2017 mentre una tribuna per il concerto dei Depeche Mode è aumentata del 27%.
Ma il fenomeno non ha interessato solo le megastar internazionali, ma anche gli artisti nazionali: un biglietto settore prato per il concerto di Vasco Rossi costava otto anni fa il 48,3% in meno rispetto al 2018 mentre un biglietto prato per il concerto i Ligabue è aumentato in cinque anni del 25%. A dare una spiegazione a tutto questo David Goldberg: «Ci sono artisti che fissano il prezzo dei biglietti a quello che il pubblico è disposto a pagare», ha spiegato il veterano del ticketing a stelle e strisce. Insomma, le grandi star, in sostanza, si stanno preoccupando sempre meno di avere una base leale ai propri show, che di fatto sono rimasti l’ultima fonte di reddito certa a disposizione. A confermare quato dichiarato da Goldberg le stime di fine anno dei guadagni maturati dagli artisti più celebri: dei 62 milioni incassati da Beyoncé nel 2016, poco meno di 55 milioni – quindi l’88% del totale – sono stati guadagnati grazie all’attività dal vivo, mentre nel caso di Bruce Springsteen sono del 97% i guadagni provenienti dai concerti.