Stavo andando a vedere Thom Yorke quando alla radio sento una strana storia “tratta” dal profilo Instagram di Rocco Hunt (sì, quello che si fa chiamare poetaurbano). Per sommi capi si raccontava che il succitato account era stato vestito a lutto con tanto di immagine oscurata e che il giovane rapper salernitano aveva postato un messaggio d’addio alle scene. Il motivo? Troppa pressione e troppe promesse non mantenute. Questi i punti più salienti: “Mi hanno privato e ancora adesso mi stanno privando della mia libertà. Sono anni che continuamente vi prometto che l’album nuovo uscirà presto e per un motivo o per un altro non riesco a condividerlo con voi”. E ancora: “Ho troppe pressioni e forse è arrivato il momento di mollare tutto e darla vinta a tutte le persone che vorrebbero la fine della mia musica. Ho creato tante aspettative che non riesco a mantenere. Ho sentito il bisogno di sfogarmi con voi e dirvi che per adesso mollo tutto. Purtroppo mi sembra la decisione più onesta da prendere”.
Devo ammetterlo, il post mi è parso abbastanza bizzarro fin da subito, soprattutto perchè Rocco Hunt l’avevo intervistato poche settimane fa in occasione dell’uscita di Benvenuti In Italy, canzone per altro presentata alla stampa con positività ed una certa enfasi (forse anche esagerata). Ma si sa, gli artisti sono volubili e ho pensato che magari ci fossero altre ragioni, magari personali. In definitiva, gli ho dato il beneficio del dubbio. Il punto è che ieri c’è stata una nuova e – bisogna dirlo – poco credibile puntata: il poetaurbano, sempre tramite il suo profilo Instagram, ha annunciato di avere buone notizie per tutti, un dietrofront. Insomma, non si ritira più: “Sono stati i giorni piú lunghi e brutti della mia vita. […] Questo mio sfogo, se pur impulsivo, ha fatto sì che si sbloccasse una situazione ormai ferma da troppo tempo. Sto parlando del mio nuovo album a cui ho dedicato tre anni della mia vita, di cui volevano privarmi per l’ennesima volta. […] Avevo bisogno di sfogarmi e non me ne pento, ora sapete cosa provo. Non avrei mai potuto abbandonare la musica, né tantomeno voi”.
Ma che, davvero? Le ipotesi sull’accaduto sono due: la prima è che sia stata una marketing ploy per creare attenzione ma che si sa, di questi tempi durano il battito di ciglia e la sceneggiata della maglietta rubata da Marco Carta alla Rinascente per promuovere il suo nuovo disco ne è la prova; la seconda è che ci siano stati dei problemi fra Rocco e la sua casa discografica che nel caso, non avrebbero alcun controllo su di lui (opzione inverosimile da immaginare). In definitiva, il ritiro dalle scene di Rocco Hunt è durato meno di quarantotto ore, giusto il tempo di ripensarci, programmare l’uscita di un nuovo disco e organizzare qualche concerto (tutto un po’ strano, no?). Insomma, qui qualcuno ci sta prendendo per il culo, o forse no. Anche perché al momento all’orizzonte non si vedono dischi di diamante ma neanche un tutto esaurito al San Paolo.