A quattro anni dal suo ultimo album, Mark Ronson è tornato sulla scena musicale con Late Night Feelings, un racconto in tredici tracks del suo cuore spezzato dopo il divorzio. Conosciamo Ronson come uno dei più apprezzati produttori, autori, compositori e arrangiatori del pop mondiale; è l’uomo che è stato dietro Black to Black di Amy Winehouse, Uptown Funk di Bruno Mars e Joanne di Lady Gaga e la canzone premio oscar Shallow, per citarne alcuni. Late Night Feelings è un album con collaborazioni tutte femminili ed è la conferma dell’immensità di Mark Ronson come camaleontico produttore e musicista. Tra tutte le collaborazioni, sicuramente saltano subito all’occhio quella con Miley Cyrus in Nothing Breaks Like A Heart, una hit country alla Dolly Parton e quella con Camila Cabello in Find U Again che risulta, inaspettatamente, una delle tracce più anonime dell’intero album.
Oltre questi enormi nomi del pop vediamo anche citate numerose artiste minori, tra cui anche l’astro nascente dell’indie King Princess e la cantautrice Diana Gordon. Contro le aspettative, le tracce più riuscite risultano proprio quelle che presentano collaborazioni con queste ultime. Late Night Feelings con Lykke Li – che ritornerà più tardi nell’album con la tristissima 2AM – è una delle canzoni più potenti dell’album: la produzione di Ronson si sente in ogni secondo, il sound è retro e dance senza risultare datato, la voce eterea di Li incanta, il ritornello è accattivante. Insomma, un pezzo magistrale, praticamente perfetto. Con Truth, il featuring con Alicia Keys e The Last Artful, Dodgr, Ronson dona un grandioso pezzo R&B, con chiare e pesanti sfumature funk e un ritornello pazzesco cantato dalla Keys. True Blue, una delle canzoni più belle dell’album, vede invece la partecipazione della cantante indie rock statunitense Angel Olsen: è una ballad fatta di synth, un pop malinconico ma ballabile che sembra uscito direttamente dagli anni ottanta.
La collaborazione con Ilsey in Spinning è l’outro perfetta per Late Night Feelings: un pezzo triste, apoteosi del synth pop, è una canzone sussurrata che riprende il ritornello del pezzo di apertura e chiude il cerchio, mettendo il punto a questo racconto di un cuore spezzato. Se questo album ha un difetto, è quello delle filler tracks, e ne fa le spese in maniera particolare la cantante YEBBA che compare in ben tre pezzi e che risulta degna di nota solo in Don’t Leave Me Lonely, mentre si perde nell’anonimato nelle altre due. In generale, Late Night Feelings è un album intimo, solido, onesto e piacevole da ascoltare. La tracklist è costruita in maniera perfetta: un crescendo fino all’apice di Nothing Breaks Like A Heart, e poi un rallentamento fino al sospiro addolorato di Spinning. Il sound – benché si modifichi in base al featuring – è compatto: la produzione di Ronson e le sfumature dance che lo contraddistinguono, sono presenti in tutte le tracce. Sono esattamente quello che Mark Ronson aveva annunciato: sad bangers, canzoni tristi da ballare.