Bruce Springsteen ha raccontato in questi giorni il suo presente, passato e futuro in occasione del soggiorno romano che anticipa di pochi giorni la pubblicazione del suo nuovo lavoro solista, Western Stars, in uscita il 14 giugno («È un bel lavoro, sono molto contento. Abbiamo anche girato un film di backstage, in cui abbiamo ripreso tutto il processo di registrazione dall’inizio alla fine, a casa mia. L’album contiene molte piccole narrazioni ambientate nell’Ovest americano», dice parlando del nuovo album).
La chiacchierata con il giornalista di Repubblica, Gabriele Di Donfrancesco, è anche un omaggio a Roma: «Questa città è uno dei miei posti preferiti già da trent’anni», ha confessato per poi aggiungere: «Dico sempre: se potessi scegliere dove vivere, sceglierei Roma. Se potessi scegliere dove morire, sceglierei Roma». Poi due anticipazioni sul suo futuro: in autunno si chiuderà in studio per incidere un nuovo lavoro con la E Street Band, il primo da High Hopes del 2014, e «una volta che avremo finito torneremo in tour».
Una tournée mondiale che andrà in scena – come già anticipato dallo stesso rocker nelle scorse settimane – nel 2020 e che farà tappa (promette Springsteen durante l’intervista) anche nella Capitale: «Quando siamo in tour vengo sempre a Roma. I love it», ha concluso. L’ultimo live romano del Boss risale all’estate 2016 quando si esibì per quattro intense ore di fronte a oltre sessantamila fan al Circo Massimo.