È stata pubblica oggi su Robinson, il supplemento domenicale de La Repubblica, il secondo capitolo dell’intervista a Vasco Rossi in cui spiega perché trova interessante il fenomeno della trap. A domanda diretta del giornalista Luca Valtorta sul brano Rolls Royce, presentato da Achille Lauro durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo, il rocker ha risposto che ha apprezzato molto l’esibizione e la sua immagine da outsider.
«A me Lauro è piaciuto: a Sanremo ha fatto la sua provocazione artistica. Anche quelli della trap, come Sfera Ebbasta, sono interessanti: ci puoi vedere il disagio giovanile di oggi. Inneggiano alla scarpa firmata, alla macchina grossa, i soldi. L’idealismo di ieri è stato ucciso, non ci credono più ma invece di condannare dovremmo cercare di capirne il significato», ha detto il rocker che tornerà il prossimo giugno in tour con sei date sold out allo Stadio San Siro di Milano e due alla Fiera di Cagliari.
Una dichiarazione che farà sicuramente piacere al rapper (sempre più rockstar) romano che proprio pochi giorni fa, durante l’intervista che ci ha rilasciato in occasione dell’uscita del suo nuovo album, ci ha confidato il suo sogno di diventare un artista generazionale proprio come il rocker di Zocca: «L’etichetta trapper che mi hanno messo addosso di solito riguarda una fascia sotto i venticinque anni, ma io ho ventotto anni. Io voglio arrivare ad abbracciare varie generazioni, come ha fatto Vasco. I miei fan restano, nonostante il cambio di sound, perché io comunico uno stato d’animo. L’intenzione delle parole è fondamentale. Per esempio: se Vasco dice “siamo soli” è importante, se lo dice un altro no. È l’intenzione che metti nelle tue parole che conta».