I Canova sono partiti in punta di piedi dai bar milanesi, poi un disco, Avete ragionate tutti pubblicato per Maciste Dischi, che gli ha pemesso di entrare nella cerchia del nuovo pop italiano: «È stata una rivoluzione che è partita dal basso, da locali vuoti che poi sono diventati palasport pieni. Se non stadi in futuro».
A distanza di sei anni dal loro primo concerto (tre dall’esordio discografico) la band di Mazarek è tornata con un nuovo lavoro in studio, Vivi per sempre: «Abbiamo iniziato un discorso di ricerca sei anni da quando abbiamo fatto la prima prova insieme. Questo processo è abbastanza infinito e credo durerà fino alla fine dei Canova. In Vivi per sempre abbiamo sicuramente avuto più consapevolezza in quello che facevamo e quindi abbiamo curato di più la ricerca del suono anche grazie a Matteo Cantaluppi (il loro producer ndr.)».
«La matrice che lega i due dischi che abbiamo pubblicato siamo noi, i Canova. Le mani di Federico Laidlaw sul basso, la mia voce, un certo modo di suonare la batteria. Sicuramente non siamo quel genere di progetto che si basa sul produttore che ti fa le basi. Noi mettiamo sul disco quello che suoniamo prima per fatti nostri», continua Matteo Mobrici. Di seguito l’intervista video completa.