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Salmo a Roma, come una semifinale di Champions

Salmo ci è riuscito. Il grande successo riscosso da Playlist gli ha permesso di abbandonare i club per riempire i palasport, portando in scena un live decisamente all’altezza della nuova venue. Lo show è una storia che si svolge nell’arco di una giornata con la band che suona sopra il tetto di un palazzo newyorkése. La scenografia è curata nei minimi dettagli, dai red bricks che incorniciano il palco, allo schermo a led che riproduce lo skyline della città e i colori del cielo che mutano dall’alba al tramonto (e il richiamo al film di Robert Rodriguez non è casuale).

È notte fonda quando il rapper esordisce con: «Mettetevi comodi, sta cominciando lo show», entrando in scena sulle note di 90MIN seguita da Stai zitto, con le quali il rapper mette subito in chiaro il livello dello show. Prima di Cabriolet (che nel disco lo vede duettare con il trapper Sfera Ebbasta), il minuto di silenzio per le vittime della strage di Corinaldo: pur decidendo di non esprimersi a riguardo, durante la serata si mostra interessato al pubblico interrompendo lo show per assicurarsi dell’incolumità di una fan in prima fila e – successivamente – invitando la platea a sostituire il classico wall of death con uno wall of love per lanciare un messaggio positivo e «metterlo in culo a chi si lamenta della nostra generazione».

Sullo stage si susseguono amici, “nemici” e colleghi: da Asia Argento, che sulle note di Pmx entra in scena offrendo una valigetta di contanti al rapper, che nella canzone l’aveva citata non proprio finemente (“Se penso ad Asia Argento sono ricco dentro/Perché manco se mi paga glielo ficco dentro”) a Gemitaiz, con cui esegue un medley old school di canzoni che solo i veri fan riconoscono.

Salmo a Roma, foto di Roberto Panucci

Si fa giorno con Russel Crowe, S.A.L.M.O. e Papparapà (brano estratto dal disco Max del rapper Nerone), un po’ di sano hip hop prima di cimentarsi in un duetto con l’amico Nitro sulle barre di Dispovery Channel: «Ricordo la prima volta che entrai in camera di Nitro: c’era una busta di patatine nel cassetto delle mutande. Guardateci adesso», dice il rapper sardo. Poi il cielo si fa cupo, arriva la notte: il momento giusto per cantare Sparare alla luna insieme a Coez, e proprio come nella serie Narcos, che ha ispirato il video del singolo, al termine della performance i due cantanti vengono catturati dagli agenti del DEA, che si calano dall’alto sparandogli mortalmente.

Con i fuochi d’artificio sullo sfondo, Salmo spara l’ultima cartuccia intonando Il cielo nella stanza (“Guarda che cosa mi fai, nudo davanti a sto pubblico/Non sono il tipo lo sai, i versi d’amore mi fanno sentire uno stupido”, canta), dedicata alla compagna Greta. Forse l’unico momento intimo e leggero in uno show decisamente sopra le righe, dove il rock ha spadroneggiato. D’altronde “Faccio rap sopra la drum and bass”, cantava nel 2011 Salmo ne L’erba di Grace: di anni ne sono passati, ma pur restando al passo con i tempi, ma lui resta sempre fedele alla sua musica, con bassi pazzeschi e una batteria che entra a gamba tesa sui mix di Slait.

Lo show romano è paragonabile alla vittoria di una semifinale di Champions League, lo dice anche lui ammettendo però di non essere mai stato ad una partita di calcio. Ma se questo di Roma era solo una semifinale, non oso immaginare come sarà il match conclusivo.