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Fanculo gli heaters, ha vinto Gazzelle

Gazzelle ha scelto Roma e Milano per concludere l’anno di successi che gli hanno cambiato la vita («Questa canzone l’ho scritta quattro anni fa. In quel periodo facevo il pizzettaio ed ero anche bravo; quindi se mi va male la carriera da cantante so cosa fare nella vita», racconta prima di Non sei tu). Tre show, due all’Atlantico e uno – che andrà in scena stasera – al Fabrique; ovviamente tutti e quattro rigorosamente sold out da settimane. Parka rosso, occhiali da sole e una posa vagamente riconducibile a quella del caro vecchio Liam Gallagher. E cito Liam non a caso: il suo amore per la band di Manchester viene fuori sia prima che durante lo spettacolo, non solo per l’abbigliamento e le movenze chiaramente liamiane ma anche per la playlist pre-show composta per un buon sessanta percento dai classici degli Oasis: prima Don’t Look Back in Anger poi Wonderwall e Live Forever.

Flavio (questo il suo vero nome) inaugura il secondo show romano con Meglio così e Martelli, entrambe suonate con una sezione d’archi (tutta al femminile) che rendono l’arrangiamento tutt’altro che scontato e banale. Da quel momento, e per tutta l’ora successiva, lo show si trasforma in un vero e proprio sexy party con richiami agli anni novanta che tanto gli piacciono. Tanto per citarne uno, l’ospitata sul palco – verso la fine dello show – degli Zero Assoluto, la band che più di tutte ha formato la nuova leva musicale indie pop (e non parlo solo di Flavio ma anche – per dire – di Carl Brave x Franco 126): «È il giorno più bello della mia vita», confessa Gazzelle visibilmente gasato subito dopo aver mandato in delirio i presenti con Svegliarsi la mattina.

Uno show che chiude definitivamente l’era Superbattito: «Dopo questi concerti me ne vado. Me ne vado a scrivere il nuovo disco», racconta Flavio con quella finta timidezza ormai diventata quasi un marchio di fabbrica. E se la prossima canzone parla di vodka gelata è giusto – da buona popstar maledetta che si rispetti – chiederne subito una. E poi Meltinpot («Se la conoscete dovete fare casino»), Nero e la malinconica Non sei tu, che chiude lo show. Che piaccia o no, Gazzelle ha portato a termine una vera e propria impresa: è passato nel giro di un anno dal suonare nei piccoli club a riempire (nel caso di Roma, per ben due sere consecutive) i due live club più grandi d’Italia. E allora sayonara e affanculo gli heaters; perché è il caso di dirlo: stavolta ha vinto Flavio.