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Sfera Ebbasta a San Siro, più di un disco d’oro

Sfera Ebbasta lo ribadisce più volte, suonare a San Siro non ha prezzo. E no, non sono discorsi retorici. Per Sfera la retorica tossica del “se posso farcela io potete farcela anche voi” non è contemplata

Dopo una giornata grigia le nuvole e la pioggia sembrano abbandonare Milano, come se anche le condizioni meteorologiche volessero rendere omaggio al king della trap al suo secondo sold out a San Siro. La domanda che mi faccio, mentre aspetto che il concerto abbia finalmente inizio, è cosa ci riserverà la scaletta di questa serata, e in particolare gli ospiti. Se la prima data dal re di Ciny è stata memorabile, forse la seconda lo è stata ancora di più. Ad accompagnarlo sul palco ritroviamo infatti Tedua, Lazza, Rkomi, a sorpresa di nuovo Simba La Rue, Anna, Izi, ma anche i grandi assenti della prima data, come Marracash e Guè, e poi Ghali, con i Bimbi finalmente e per la prima volta riuniti sullo stesso palco, Drefgold, Elodie, Blanco e Sch. Nessuna dei 60mila di questa seconda data sold out di Sfera Ebbasta sarà rimasto deluso. In queste due ore (abbondanti) di concerto c’è tutto, dagli inizi (con il primo disco d’oro in carriere con Figli di papà) fino all’ultimo album, passando per Famoso e Rockstar. La prova, se ce ne fosse davvero bisogno, che Sfera non ha dimenticato le sue origini, quando «andavo in giro con le scarpe bucate e avevo tre euro per mangiare da McDonald».

Sfera Ebbasta a San Siro, foto di Giuditta Duranti

Adesso è a San Siro, l’olimpo della musica italiana, a cantare davanti a 60mila persone. Qualcosa che, come ribadisce più volte, non ha prezzo e vale più di un disco d’oro. E no, non sono discorsi retorici. Per Sfera Ebbasta la retorica tossica del “se posso farcela io potete farcela anche voi” non è contemplata. I tempi sono cambiati, è sempre più difficile fare musica ed è sempre più complicato farcela, soprattutto senza farsi divorare dal music business. Ma Sfera è partito davvero dal nulla, dalle popolari di Ciny (che ripropone anche nella scenografia dello show), per arrivare a quello che potremmo definire il palazzo reale della musica, che si fa palcoscenico della trap, del rap, ribadendo così ancora una volta quanto tutto stia davvero cambiando. Quello di Sfera Ebbasta è uno show che non permette di annoiarsi. Uno show che non permette di rimanere zitti e fermi un attimo. San Siro trema. «Ieri sono venuti a controllare perché pensavano avessimo sforato i decibel. Oggi voglio che vi sentano fino a Pavia, a Bergamo». E il pubblico di San Siro esegue, cantando a squarciagola e scoppiando in lunghi boati ogni volta che un ospite sale sul palco.

Sfera Ebbasta a San Siro, foto di Giuditta Duranti

Uno show che è una lunga festa, per coronare dieci anni incredibili, dove tutto è cambiato, ma tante cose sono rimaste immutate, come l’amicizia con Charlie Charles, che lo accompagna in chiusura al pianoforte su Bottiglie Privè. «Come abbiamo detto ieri sono passati dieci anni da quando abbiamo iniziato, anche di più. Sono dieci anni che corriamo, non ci siamo mai guardati indietro, mai presi un momento per godercela. Quel momento è arrivato». Una festa che non riguarda solo il king della trap, ma anche i suoi numerosi ospiti, che lo ringraziano e lo festeggiano, come un vero re. Blanco e Anna, per citarne due. Il primo ricorda quando, tanti anni fa ai provini di X Factor, Sfera fu l’unico a dirgli di sì, mentre Anna annuncia che sarà nel suo album, Vera Baddie, in uscita venerdì. Come non citare Bimbi, questa volta (e per la prima volta), in formazione completa con Rkomi, Izi, Tedua e Ghali. Il 2016 è ancora qui, non passerà mai. I “bimbi” sono cresciuti, sono cambiati, ma come la storia ben ci insegna, i grandi eventi sono impossibili da dimenticare.